IL VIAGGIO SOFIA L'Europa pre-elettorale che si trova davanti Papa Francesco

IL VIAGGIO SOFIA L'Europa pre-elettorale che si trova davanti Papa Francesco
IL VIAGGIOSOFIA L'Europa pre-elettorale che si trova davanti Papa Francesco non è di certo quella che i padri fondatori avrebbero immaginato a suo tempo. In Bulgaria è a due...

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IL VIAGGIO
SOFIA L'Europa pre-elettorale che si trova davanti Papa Francesco non è di certo quella che i padri fondatori avrebbero immaginato a suo tempo. In Bulgaria è a due velocità, schiacciata dal ricordo di sogni lontani, con tassi di corruzione piuttosto alti, la popolazione spaccata dalla grande questione delle migrazioni. Mentre era diretto a Sofia, sull'aereo, un giornalista gli ha regalato un libro intitolato Salvare l'Europa che narra i curiosi retroscena sulla nascita della bandiera azzurra sormontata dalle 12 stelle, ispirata al simbolismo cristiano ottocentesco dell'Immacolata Concezione. Prendendo in mano il volume il Papa ha esclamato convinto. «Mi piace questo titolo». Poi ha aggiunto una battuta: «Hanno voluto negare le radici dell'Europa e così Dio si è vendicato».

Come dire che se oggi ci sono tanti problemi che vengono al pettine è perché troppe volte il collante di base dei valori fondativi della Casa Comune è stato surclassato da altre logiche. Che Francesco sia preoccupato per l'orizzonte europeo è cosa risaputa. Anche questo viaggio nel paese più povero d'Europa lo sta a dimostrare. Di questa trasferta rimarrà una immagine plastica che ritrae il Papa da solo davanti ai santi Cirillo e Metodio nella cattedrale ortodossa. Le mani sul volto che gli coprono gli occhi, quasi disperato, il capo chino. Dietro di lui, a ferro di cavallo, file di dignitari, personalità, ospiti, politici, fotografi in piedi pazienti ad attendere per diversi minuti.
Papa Francesco è restato così, immobile per parecchio a pregare, ricordando le soste interminabili che faceva Giovanni Paolo II davanti ai padri della cristianità orientale, i Patroni d'Europa al pari di San Benedetto. La famosa intuizione di creare una Europa con due polmoni, quello dell'Est e quello dell'Ovest. Una idea che però sembra non funzionare. Il politologo bulgaro Ivan Krastev non nasconde che il rischio di una disintegrazione europea «sia reale anche se nessuno ne vuole parlare apertamente», mentre l'euroscetticismo si diffonde patologico.
IL FILO SPINATO
Il patriarca ortodosso Neofit ha ringraziato il Papa per le parole forti che ha usato a difesa delle radici cristiane mettendo in guardia «dai pericoli in aumento, al punto da diventare una palese lotta contro Dio». Qui si inserisce il dramma del fenomeno migratorio che in Bulgaria è a doppio binario. Se moltissimi bulgari emigrano per le condizioni economiche sfavorevoli e per i bassissimi salari, i più bassi di tutto il continente, la nazione si trova a fronteggiare l'ingresso di un flusso di clandestini che vorrebbero raggiungere la Germania o la Svezia.

Al confine con la Turchia ci sono 200 chilometri di filo spinato ma quella barriera non pare sufficiente, così all'interno montano le polemiche. «A voi, che conoscete il dramma dell'emigrazione, mi permetto di suggerire di non chiudere gli occhi, non chiudere il cuore e non chiudere la mano - come è nella vostra tradizione - a chi bussa alle vostre porte», ha affermato Francesco ricordando che, come altri Paesi europei, anche la Bulgaria non è immune dall'inverno demografico, i villaggi che si spopolano, i giovani che non fanno figli. Sta arrivando «una cortina di gelo su tanta parte dell'Europa, conseguenza di una diminuzione di fiducia verso il futuro», ha proseguito il Papa. Dall'Italia gli ha subito risposto Matteo Salvini: «Accoglienza solo per chi ne ha diritto, può chiedermelo anche Padre Pio». Un po' di tempo fa, in Vaticano, mentre riceveva il Premio Carlo Magno, Bergoglio si lasciò scappare un sogno. Quello di «vedere una Europa giovane, capace di essere ancora madre. Che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza e chiede riparo». E invece, la fotografia che si vede, in Italia come all'Est, è di una Europa vecchia, stanca, senza più ricordi. «Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?» Le stesse parole, gli stessi pensieri che in questi anni non sono cambiati. Quel libro sulla bandiera europea ricevuto in viaggio: non ci poteva essere un regalo più azzeccato.
Franca Giansoldati
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Il Gazzettino