Il vescovo: «Una Pasqua senza egoismi e durezze di cuore»

Il vescovo: «Una Pasqua senza egoismi e durezze di cuore»
LA RIFLESSIONE TREVISO Il vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin...

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LA RIFLESSIONE

TREVISO Il vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin ha inviato un messaggio a tutti i cattolici della diocesi di Treviso per la Pasqua. Ecco alcuni dei passaggi più importanti: Ancora una volta ci è dato di vivere l'inestimabile dono della Pasqua. Pensando ad essa ci sorge forse la domanda: perché Gesù ha voluto che la sua risurrezione, diversamente dalla sua morte in croce, avvenisse non davanti a numerose persone, ma senza che nessuno potesse assistere a tale evento? Non sarebbe stato tutto più evidente e dunque più semplice anche per noi e per la nostra fede? Invece, nemmeno un testimone, nemmeno un piccolo bagliore nella notte scorto da lontano, e neppure, ci pare, un sia pur tenue presentimento nell'animo di chi gli voleva bene. Solo una tomba spalancata e vuota, che lascia sorpresi, anzi increduli, addirittura impauriti. Siamo consapevoli che la nostra mente e la nostra esperienza sono troppo piccole per capire i grandi misteri di Dio, e non ci troviamo subito a nostro agio di fronte alla sua logica, che spesso sembra fare a pugni con la nostra ragionevolezza. Ci colpisce, tuttavia, il fatto che nei vangeli sinottici accanto alla tomba vuota appaia qualche misterioso personaggio il quale non solo conferma che Gesù è davvero risorto («È risorto! Non è qui!»), ma anche rimanda a parole di Gesù già sentite e, sembra, facilmente dimenticate. In Matteo viene detto alle donne: «È risorto, infatti, come aveva detto», «Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». Come, dunque, se venisse detto: ma perché vi meravigliate che la tomba sia vuota? Non ricordate forse più? Perché non avete dato fiducia alla sua parola?. In verità siamo cristiani grazie alla fede. Cristo lo si conosce veramente e lo si incontra nella fede, non come risultato di una ricerca scientifica (...) È per questo che nel cuore della grande celebrazione della Pasqua - la Veglia pasquale - ci è chiesto di riaffermare con gioiosa convinzione la nostra fede, rinnovando le cosiddette promesse battesimali e ripetendo: credo, credo, credo. Perché la Pasqua viene dall'amore, è frutto di un Amore che non ha eguali ed è più enorme, più poderoso della stessa morte. Per noi cristiani la Pasqua è questo. E usando il linguaggio di papa Francesco potremmo dirci: non lasciamoci rubare la Pasqua! Ma anche: non ripudiamola con i nostri egoismi e con le nostre durezze di cuore. Auguro a tutti, soprattutto a coloro che sono più segnati dalle fatiche dell'esistenza e più feriti dal non-amore, di celebrare e vivere una Pasqua cristiana, un vero incontro con Colui che è vivo.

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Il Gazzettino