Il Veneto che vogliamo: «Zanellato pensa ai nomi, non a collaborare»

Il Veneto che vogliamo: «Zanellato pensa ai nomi, non a collaborare»
LA POLEMICAROVIGO «Non è accettabile un Pd che a Rovigo ha un atteggiamento collaborativo e in provincia è l'esatto opposto: questo è un gioco delle tre carte che non porterà...

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LA POLEMICA
ROVIGO «Non è accettabile un Pd che a Rovigo ha un atteggiamento collaborativo e in provincia è l'esatto opposto: questo è un gioco delle tre carte che non porterà a una reale collaborazione all'interno del campo progressista. E il risultato non può essere che come nel caso di As2, il Comune di Rovigo, assieme a molti altri Comuni, venga penalizzato da accordi provinciali con la destra, con un evidente danno per i cittadini che hanno espresso con il voto queste amministrazioni». Con queste parole Laura Bassi, Andrea Micheletti e Claudio Curina, i coordinatori polesani della formazione Il Veneto che vogliamo, il movimento civico nato in vista delle ultime Regionali per tirare la volata alla candidatura del vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, hanno puntato il dito, con una nota inviata già di prima mattina, contro il segretario del Pd Angelo Zanellato, accusandolo di un «attivismo nella frequentazione di altre forze politiche, Forza Italia e Lega in primis, che ha prodotto ottimi risultati per quei partiti, senza il minimo coinvolgimento del Comune di Rovigo, socio di enti quali Acquevenete e Polaris. Un comportamento poco trasparente anche nel caso dell'individuazione di un componente del Parco del Delta del Po, dove lo sherpa del Pd aveva ottenuto il benestare a fronte di un accordo per un ricambio nella governance. Ricambio che non si è concretizzato, confermando ancora una volta come Zanellato sia più avvezzo alle mosse da scacchista che alla realtà del lungimirante accordo politico».

NESSUNA COLLABORAZIONE

Bassi, Micheletti e Curina aggiungono che «il segretario provinciale del Pd non perde occasione per lamentare il mancato coinvolgimento del suo partito, da parte del sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, nella vicenda delle società partecipate e nelle conseguenti nomine, che a quanto pare è il suo principale interesse. Preoccupazione inutile dato che non c'è mai stato un sottrarsi a un trasparente confronto. Non possiamo non notare quanti sforzi Zanellato mette in campo per escludere proprio il civismo polesano dal confronto politico quando si parla di rinnovare le cariche delle società partecipate, si tratta di sindaci e amministratori di area civica, ma anche di forze politiche come Il Veneto che vogliamo, che in Polesine pesa almeno un quarto del Pd in termini di voti, stante le ultime elezioni regionali e di più in termini di sindaci e amministratori. Il Veneto che vogliamo è pronto al confronto e al dialogo, cosa già fatta presente al segretario, ma a oggi nessun invito è pervenuto ai coordinatori e portavoce provinciali. Con As2 il copione si sta ripetendo, anche se in modo più confuso: un gruppo di coraggiosi sindaci civici, Rovigo, Adria, Villanova del Ghebbo, San Bellino e Arquà Polesine, per citarne alcuni, si preoccupa di mettere al centro la competenza e di uscire dalla logica del troviamo un posto per qualche fedelissimo che ne ha bisogno. Chiara Turolla rappresenta una persona con capacità che godrà della fiducia di chi, grazie al voto degli elettori, rappresenta i cittadini. Non altrettanto ci sembra il metodo che ha portato alla nomina del nuovo direttore di As2, Julik Zanellato, da parte di un cda scaduto. Il tavolo di discussione tra Pd e civici, 11 consiglieri l'uno, 9 gli altri nel consiglio comunale, a Rovigo c'è, grazie all'azione di Achille Variati, ma stenta a dare i suoi frutti perché il livello provinciale sembra andare per la sua strada».
F. Cam.
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Il Gazzettino