Il Veneto che sorprende: produzione su a fine anno

Il Veneto che sorprende: produzione su a fine anno
CONGIUNTURAVENEZIA Il Veneto va meglio delle previsioni e chiude in crescita la produzione industriale nel 2020, + 2,5% sul terzo trimestre grazie soprattutto alla domanda interna...

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CONGIUNTURA
VENEZIA Il Veneto va meglio delle previsioni e chiude in crescita la produzione industriale nel 2020, + 2,5% sul terzo trimestre grazie soprattutto alla domanda interna e al buon andamento delle aziende più strutturate (le piccole soffrono). Il quarto trimestre vede anche una lieve ripresa del fatturato rispetto al periodo precedente, con flessione più attenuate (- 2,4%) sul 2019. Certo, l'anno è stato segnato dalla crisi da Covid e a livello annuale la produzione veneta è calata dell'8,7% sul 2019 a causa del lockdown di primavera (- 20% in quel periodo). Ma anche questo dato annuale nasconde settori positivi e imprese che hanno saputo innovare ritrovando correnti d'esportazione verso Stati Uniti, Brasile e Germania (farmaceutico in provincia di Rovigo, per esempio).

«Nel quarto trimestre spiega Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto l'industria regionale regge e ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per uscire da questa fase complicata, ma da sole le imprese non possono farcela. Siamo d'accordo col presidente Mario Draghi che tutte le aziende non possono essere salvate e ci auguriamo che il metodo Alitalia, con i miliardi dei contribuenti utilizzati per tenere in piedi la società, finisca per essere sostituito da un modello che sostenga le aziende virtuose e innovative».
L'indagine VenetoCongiuntura del gennaio 2021 su un campione di oltre 2.100 imprese con almeno 10 addetti per 83mila occupati, ha mostrato settori in crescita decisa: gomma e plastica (+ 3,9%), farmaceutica (+ 2,8%), macchine elettriche ed elettroniche (+ 0,6%) e del marmo, vetro e ceramica (+ 0,4%). Stabile la situazione del legno e mobile, «che comunque nel Trevigiano ha assistito anche a problemi di reperimento della manodopera», evidenzia Pozza. Crollo per alimentare e bevande (- 6,5%, non basta la grande distribuzione a compensare lo stop di ristoranti e bar), carta e stampa (- 4,4%), macchine ed apparecchi meccanici (- 2,6%) e tessile e abbigliamento (- 2,4%, tra i più colpiti anche sul versante dell'occupazione con Venezia che vede il crollo dell'export di calzature dalla Riviera del Brenta). «Il 2020 resta un anno negativo e nei prossimi mesi l'impatto del Covid sull'economia farà sentire ancora i suoi effetti. Per questo ci auguriamo che con il nuovo governo si apra una fase nuova e si abbandoni il modello delle scelte calate dall'alto come la chiusura degli impianti da sci», afferma Pozza.
INCERTEZZA
GLi imprenditori per i prossimi tre mesi sono attendisti. Questo emerge anche dalla sostanziale stabilità delle imprese registrate, che anzi in gennaio evidenziano un saldo negativo più basso rispetto a gennaio 2020 con settori in crescita come le imprese di somministrazione e alloggio a Venezia. Ma c'è ottimismo sulla ripresa della domanda interna ed estera.

Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino