IL TURISMO VENEZIA Tra i vari effetti dell'alluvione durata una settimana, c'è

IL TURISMO VENEZIA Tra i vari effetti dell'alluvione durata una settimana, c'è
IL TURISMOVENEZIA Tra i vari effetti dell'alluvione durata una settimana, c'è quella dell'impossibilità oggettiva di adempiere alle impegnative scadenze fiscali in programma per...

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IL TURISMO
VENEZIA Tra i vari effetti dell'alluvione durata una settimana, c'è quella dell'impossibilità oggettiva di adempiere alle impegnative scadenze fiscali in programma per ieri: versamento Iva trimestrale, contributi Inps, ritenute e rate Irpef e contributi dei lavoratori dipendenti. A causa dell'acqua alta sono andate fuori uso le linee telefoniche e i computer di moltissime aziende, ma anche di studi professionali. Ieri tutti questi soggetti si sono trovati nell'impossibilità di trasmettere i versamenti e la documentazione ad Agenzia delle Entrate e all'Inps. Trasmissione che avviene solo con procedura telematica. Il primo atto del sindaco-commissario per l'emergenza è stato la richiesta al Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) di spostare l'appuntamento con le scadenze, alla quale si è associato il direttore della Protezione civile, Angelo Borrelli. Una risposta dal Mef è attesa oggi.

Intanto il conto della tempesta perfetta del 12 novembre si abbatte anche sul turismo. Un primo quadro prova a dipingerlo Claudio Scarpa, direttore di Federalberghi Venezia, tracciando un bilancio che parla di disdette del 35% sulle prenotazioni alberghiere e «almeno 30 milioni di danni agli immobili raggiunti dalla marea».
Il carico da undici lo cala però il presidente di Ava (Associazione Veneziana Albergatori) Vittorio Bonacini, secondo cui «a fronte degli annullamenti, non ci sono state altre prenotazioni: siamo di fronte a una contrazione del mercato». E si vede: ieri Venezia sembrava una città in cui il turismo non è di casa.
PRENOTAZIONI ANNULLATE
«In questi giorni le strutture alberghiere sono subissate di richieste di informazioni da parte di turisti che vogliono essere aggiornati sull'emergenza. In realtà - spiega Scarpa - solo l'ondata di martedì scorso, con i suoi 187 centimetri, può definirsi realmente eccezionale. Negli altri due casi l'acqua alta è arrivata intorno ai 150, una quota molto importante ma non emergenziale. Da sottolineare poi che non c'è mai stato un pericolo serio e reale per le persone ma solo danni materiali alle strutture».
MERCATO AL RIBASSO
Il controcanto, è un'assenza quasi totale delle nuove prenotazioni. Il punto preoccupa, e non poco, il presidente degli albergatori, Bonacini, secondo cui molto dipende dalla percezione di cosa voglia dire acqua alta a Venezia, nel mondo. Spiegando che si tratta di un'onda di marea ieri ferma ad un picco massimo di 95 centimetri, mentre 100 sono in programma per le 14.55 di oggi. «Il mercato è stagnante e non subentrano nuove prenotazioni - ammette Bonacini - Lo stop è dovuto all'Aqua Granda e a quanto carenti e imprecise sono state le comunicazioni transitate nei veicoli nazionali e internazionali. Non possiamo sentirci dire Non vengo perché mio figlio è alto un metro e mezzo e rischia di annegare. Deve esserci chiarezza su cosa sia il fenomeno. Dal 13 novembre la maggior parte degli alberghi erano aperti».
IL RISVEGLIO

Intanto la città, nel silenzio, si rialza. Il 70% dei forni del pane ha riaperto, così come il 50% dei negozianti e il 40% degli artigiani. Un miliardo, stando stretti, la stima dei danni, ma la conta è soltanto all'inizio. E tra i ristoratori c'è chi spera di riaprire per Natale. La normalità, insomma, non è dietro l'angolo.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino