Il turismo per riciclare soldi mafiosi

Il turismo per riciclare soldi mafiosi
Il sospetto degli investigatori è che Vito Galatolo, nei quasi due anni di soggiorno obbligato trascorsi nel Veneziano, possa aver riciclato in iniziative in apparenza lecite il...

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Il sospetto degli investigatori è che Vito Galatolo, nei quasi due anni di soggiorno obbligato trascorsi nel Veneziano, possa aver riciclato in iniziative in apparenza lecite il denaro "sporco" proveniente dalle attività della cosca mafiosa di cui era capo mandamento, quella dell'Acquasanta.

È questo uno dei fronti principali dell'inchiesta avviata dalla Procura distrettuale antimafia, in cui sono impegnati i carabinieri del Ros, il Raggruppamento operativo speciale di Padova. Le perquisizioni di giovedì, disposte dal pm Giovanni Zorzi, hanno tra gli obiettivi anche quello: cercare di acquisire elementi sulla reale attività svolta dal boss mafioso, nel frattempo diventato un collaboratore di giustizia a Palermo. Ma anche cercare di capire se Galatolo si sia avvalso della collaborazione di altre persone tra Mestre, dove risiedeva in via San Pio X, e il Tronchetto, dove era stato assunto da Otello Novello, detto "Cocco cinese" a cui fanno riferimento due società che gestiscono il flusso turistico in centro storico, Canal Grande e Travel Venice. Gli indagati per concorso esterno in associazione di stampo mafioso sono otto, tra cui il più noto è proprio Novello.
Nel corso delle perquisizioni di giovedì mattina, i carabinieri hanno acquisito parecchia documentazione che ora è al vaglio, e hanno raccolto le spontanee dichiarazioni di alcuni degli indagati, dalle quali sarebbero già emersi alcuni utili spunti in vista di ulteriori approfondimenti.
Galatolo fu arrestato lo scorso 23 giugno su ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura siciliana: inizialmente la sua difesa era stata assunta dall'avvocato Mauro Serpico, il quale ha rimesso il mandato quasi subito, dopo aver appreso che il boss aveva, a sua insaputa, iniziato a collaborare con la Procura di Palermo, con l'assistenza di un altro legale, raccontando alcuni retroscena su un attentato dinamitardo progettato (proprio nel periodo in cui si trovava a Mestre) ai danni del magistrato che sta indagando sulla presunta trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo.

Non appena sarà possibile, Galatolo sarà ascoltato anche dal pm veneziano Zorzi, il quale gli chiederà di illustrare i suoi "affari" in laguna, ma anche di indicare eventuali aiuti e complicità di cui si è avvalso sul territorio. Il suo racconto potrà essere poi riscontrato dagli elementi raccolti nel corso delle indagini effettuate dai Ros.
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Il Gazzettino