La Grecia ha scelto il grande no e di importanza fondamentale è stato il contributo dei giovani. Molti diciottenni che non hanno potuto votare alle elezioni...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Mentre i sostenitori del si, hanno avuto un largo accesso alla stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione di massa - televisioni e giornali dei più grandi gruppi - Syriza ha puntato sui social media, con messaggi veloci di cantautori, attori, registi e scrittori molto noti, che hanno insistito sul concetto «non siamo e non saremo contro l'Europa, siamo contro l'austerità e le sue conseguenze catastrofiche». Si evidenzia in maniera molto netta, anche una constatazione di tipo sociale ed economico: il no ha stravinto nelle zone periferiche delle grandi città, tra i più poveri e l'ex ceto medio che ha visto crollare il proprio potere di acquisto. «Non ho nulla da perdere, la speranza non crea debiti», ha dichiarato un ragioniere cinquantacinquenne disoccupato ormai da sei anni, che ha votato nel sobborgo popolare di Kokkinià, vicino al porto del Pireo. Infine, la capacità semantica e comunicativa: molti commentatori fanno notare che Alexis Tsipras nel discorso di venerdì scorso a piazza Syntagma, ma anche in quello di ieri al seggio del quartiere Kypseli, ha puntato su due elementi: chiarezza e immediatezza delle frasi. Senza sovrastrutture, senza periodi complessi, senza troppi riferimenti ideologici che potessero spaccare il paese.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino