L'elogio della comunità ebraica, «che per compattezza e partecipazione dovrebbe essere presa ad esempio da tutti gli altri veneziani». E la citazione di una frase dal diario di...
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«Si ricordi il male senza lasciare che esso ci travolga ha ammonito il sindaco E si colga l'invito a ricordare. Non solo come doveroso tributo a tante vittime innocenti, ma come testimonianza dell'impegno ad agire affinché quanto è accaduto non possa ripetersi. Perché c'è un filo rosso che unisce la cosciente follia che portò alla Shoah, ma anche al genocidio dei Rom e degli Armeni, alla logica di morte degli atti di terrore che hanno insanguinato recentemente l'Europa e il mondo. Il male, infatti, è sempre in agguato, dentro e fuori di noi. Necessario allora non abbassare la guardia e imparare a riconoscerlo in ogni sua forma: per tenerlo sotto controllo e poterlo contrastare operando il bene». Nelle parole di Brugnaro, anche il rigetto della tentazione propria di ogni essere umano «di distogliere lo sguardo dall'orrore, tanto il dolore può ferirci nel profondo». In quanto «il male cresce anche grazie a questo voltarci dall'altra parte. Perché alla responsabilità di chi lo compie, si somma quella di chi nulla fa per impedirlo».
Non meno importante, la consapevolezza che «la storia è scritta da ciascuno di noi. Con piccoli gesti quotidiani, che uniti a quelli di altri possono alimentare l'odio o l'indifferenza oppure contribuire alla costruzione di un presente e un futuro di pace». E proprio a sottolineare che in prima istanza è sempre l'individuo a fare la differenza, Brugnaro ha concluso ricordando la frase pronunciata nel 1988 dal giusto Pellegrino Riccardi: «Se tutti avessero fatto quel poco che ho fatto io, la Shoah non ci sarebbe stata».
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Il Gazzettino