Il teatro che verrà

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Sono positive le iniziative che offrono un surrogato dello spettacolo teatrale in questo periodo di chiusura forzata, tuttavia lo spettacolo teatrale dal vivo ha un potere terapeutico e quasi taumaturgico. È quanto emerge dalla riflessione condotta dal Teatro del Lemming di Rovigo, che sottolinea come da oltre due mesi esista un clima di totale incertezza, acuito dalla marginalità che la questione teatrale ha assunto all'interno del dibattito pubblico.

CLIMA DI INCERTEZZA
«Questo blocco è l'oggetto di una comunicazione
del Lemming - è grave per migliaia di lavoratori che non conoscono quale orizzonte futuro si configuri e determina lo svilimento di un'arte la cui funzione, da servizio pubblico, sembra ridursi a puro svago. In questi giorni si è più volte parlato di trasferire il teatro su piattaforme digitali, ma per noi pensare a un teatro on-line è impossibile: lo possiamo chiamare video, televisione, cinema ma non teatro. È importante ribadire che il teatro è tale solo nel momento in cui prevede la presenza viva di attori e spettatori in uno spazio condiviso. È infatti proprio al teatro pretendere la condivisione di un evento da parte di una comunità che si incontra. A teatro si è presenti con il corpo e con i sensi e si è costretti a un faccia a faccia con l'evento. Se davvero la convivenza con quest'epidemia dovrà continuare ancora a lungo, invitiamo tutti a pensare al teatro come a un pharmakon».
NON SOLO SVAGO
«In quest'epoca terribile che impone la distanziazione sociale - continua la nota del Lemming -, la pretesa del teatro di essere incontro ravvicinato e relazione, oltre che come veleno può essere pensata come cura: il farmaco necessario per restare umani, perché è importante prendersi cura dello spirito, della mente e delle anime. Così, se sarà possibile la riapertura delle attività sportive e di cura della persona, e si pensa di prevedere accessi contingentati all'interno di bar, ristoranti, musei, chiese, pensiamo possa essere fatto altrettanto per lo spettacolo dal vivo. Ricordiamo che il teatro è fatto sia di un lavoro a porte chiuse (prove, laboratori, residenze) che di serate aperte al pubblico e che in molti luoghi di questo Paese i teatri rappresentano dei presidi culturali e civili a cui non è in alcun modo possibile rinunciare».
L'APPELLO
«Crediamo poi - conclude il Teatro del Lemming - che spetti agli artisti, nel rispetto della garanzia alla salute dei lavoratori e degli spettatori, trovare modi per cui sia possibile essere fedeli alla natura del teatro, che è quella di costruire comunità, per quanto provvisorie, in cui l'Altro, lo sconosciuto, appaia non più come un pericolo ma come lo straniero di cui prendersi cura».

Per informazioni sulle attività del Teatro del Lemming si può scrivere alla mail info@teatrodellemming.it o consultare il sito www.teatrodellemming.it.
Sofia Teresa Bisi
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino