Il Tar boccia il negozio costretto a chiudere presto

Il Tar boccia il negozio costretto a chiudere presto
LOTTA AL DEGRADOMESTRE Dover chiudere ogni giorno alle sei del pomeriggio, per quel negozio abituato a tirare avanti fino a mezzanotte nel purtroppo famoso quadrilatero del...

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LOTTA AL DEGRADO
MESTRE Dover chiudere ogni giorno alle sei del pomeriggio, per quel negozio abituato a tirare avanti fino a mezzanotte nel purtroppo famoso quadrilatero del degrado soprattutto tra via Trento e via Monte San Michele, è un'imposizione davvero pesante, appena meno della chiusura totale che gli era stata imposta dal questore per un mese dal 10 luglio all'8 agosto scorsi. E così Lulzim Suka 45enne originario del Kosovo e residente a Vazzola nel Trevigiano, con un paio di legali ha presentato ricorso al Tar chiedendo che annullasse l'ordinanza con la quale il sindaco Luigi Brugnaro il 2 agosto gli ha intimato di tenere aperto il negozio Sonali alimentari frutta e verdura di via Trento vicino alla stazione ferroviaria solo dalle 8 alle 18, e questo fino al prossimo 7 febbraio.

Il Tar, considerato manifestatamente infondato quanto sostenuto dal ricorrente, ha confermato l'ordinanza e lo ha condannato anche a pagare le spese legali. Lulzim Suka affermava, infatti, che il questore non avesse dimostrato che il negozio sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose e che costituisca un pericolo per l'ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini; e sosteneva pure, avendo aperto da pochissimo tempo, che gli investigatori si riferivano al precedente gestore. I giudici del Tar hanno bocciato il ricorso su tutta la linea e Sonali, dunque, dovrà rispettare l'orario imposto dal Comune fino ai primi di febbraio. Il sindaco, sulle basi degli esiti delle indagini e del blitz che le forze dell'ordine avevano effettuato ai primi di luglio con decine di arrestati e indagati, ha firmato l'ordinanza per risolvere le problematiche connesse ai fenomeni di degrado e di concreta minaccia dell'ordine pubblico, e il Sonali, assieme all'Asia African Market e al Ma Italia, erano assiduamente frequentati dagli arrestati e dagli indagati senza che i gestori avessero mai segnalato la cosa, e nonostante proprio davanti a quei locali, che lavoravano come negozi fino alle 6 del pomeriggio e poi diventavano di fatto dei bar, avvenissero risse, aggressioni, pestaggi, consumo di droghe, smodata assunzione di alcol, bisogni fisici espletati in strada, intimidazione di passanti. Dopo il blitz le forze dell'ordine hanno continuato a sorvegliare la zona e molti spacciatori e sbandati si sono spostati altrove. Per questo, ad esempio, i residenti di via Querini, tra via Carducci e piazzale Leonardo Da Vinci, sono in apprensione perché notano che si stanno verificando cambi di gestione di locali, tra bengalesi, africani e altri commercianti, e che in alcuni esercizi ci cono persone strane, sempre le stesse, che entrano, rimangono all'interno per parecchio, ed escono senza aver acquistato nulla. (e.t.)
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Il Gazzettino