Il sindaco e l'ex primo cittadino replicano a muso duro a Zappalorto

Il sindaco e l'ex primo cittadino replicano a muso duro a Zappalorto
LE POLEMICHETARVISIO Dopo le dichiarazioni del prefetto di Udine Vittorio Zappalorto a Il Gazzettino, puntuali sono giunte le repliche. Soprattutto su quel «patto non scritto fra...

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LE POLEMICHE
TARVISIO Dopo le dichiarazioni del prefetto di Udine Vittorio Zappalorto a Il Gazzettino, puntuali sono giunte le repliche. Soprattutto su quel «patto non scritto fra gentiluomini» sulla caserma Lamarmora, di cui parla il prefetto. «Sinceramente - dice il sindaco Zanette - non capisco l'accanimento con Tarvisio e con me. Parla di un patto non rispettato: io non ne so nulla. Ci fossero stati accordi scritti non li avrei disattesi. Se poi c'era un gentlemen's agreement con Carlantoni non lo so, Renato però mi ha smentito la cosa e io gli credo. A luglio, nell'unico incontro ufficiale avuto, avevo inteso la volontà di Zappalorto nell'ospitare i richiedenti asilo alla Meloni. Quando un prefetto si rapporta così con te, puoi solo prenderne atto». «Mai detto di non sapere quali fossero i numeri - sostiene Zanette -. Anzi quelli prospettati da Zappalorto sei mesi fa, erano superiori a quelli attuali. Parlava di 40-60. Non mi ha mai risposto, invece, su tempi e procedure del loro arrivo». Lunedì Zanette dice di aver inviato una lettera al prefetto in cui chiede di essere messo a conoscenza del centro di accoglienza di Coccau e sollecita la riunione del Comitato per l'ordine pubblico. Zanette respinge anche di non aver aderito allo Sprar: «Intanto non ti tutela. In caso di emergenza, se ci sono immobili nella disponibilità del prefetto, non è detto che non vengano usati. E poi Zappalorto aveva già deciso di fare della Meloni un centro di accoglienza straordinario». Le richieste di incontri tramite i media? «Vista la sua volontà inarrestabile, che incontri avrei potuto chiedere? Non parlo con chi ha già deciso cosa fare e non prospetta alternative. La Prefettura applica le direttive governative e la colpa non è certo di Zappalorto ma dei governi regionale e statale di sinistra che non ascoltano i cittadini». Replica al prefetto anche l'ex sindaco Carlantoni: «I sindaci la causa dei 25 migranti alla Meloni? Se lo dice lui sarà vero. Strano però dica che aderire allo Sprar era la soluzione dopo che lui stesso, davanti alla Lamarmora, si vantava che lì c'era una caserma per poter ospitare richiedenti asilo. Quando quella soluzione è passata e non grazie a lui ma per la volontà popolare e dell'amministrazione comunale, la Prefettura ha individuato altre soluzioni tra cui la stessa Meloni». L'accordo non scritto sulla Lamarmora di cui parla il prefetto? «Non è vero, dimostri carte alla mano che ha concordato con me la cosa. Zappalorto, invece, mi chiese di incontrare l'imprenditore interessato alla Lamarmora per chiedergli di attendere ancora un paio di anni e aspettare la fine dell'emergenza prima di investire», sostiene l'ex sindaco. Carlantoni, però, ammette di essere stato favorevole all'uso della Meloni «ma non in questi termini. Ho detto che fosse diventata un centro di identificazione per le forze dell'ordine, non sarei stato contrario».

Tiziano Gualtieri
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Il Gazzettino