IL RITORNO Sei nazioni in gara, trenta squadre, trecento concorrenti, un solo

IL RITORNO Sei nazioni in gara, trenta squadre, trecento concorrenti, un solo
IL RITORNOSei nazioni in gara, trenta squadre, trecento concorrenti, un solo Paese vincitore, nessun premio. Obiettivo giocare, divertirsi, far divertire e magari riunire le...

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IL RITORNO
Sei nazioni in gara, trenta squadre, trecento concorrenti, un solo Paese vincitore, nessun premio. Obiettivo giocare, divertirsi, far divertire e magari riunire le famiglie almeno una volta alla settimana, davanti al televisore, come succedeva una volta quando c'erano programmi che in casa piacevano a tutti, dai bambini ai vecchi nonni.

Giochi senza frontiere, cult della televisione italiana ed europea, in onda dal 1965 fino al 1999 per 30 edizioni, torna, si chiamerà Eurogames ed andrà in onda il giovedì in prima serata su Canale 5, con una produzione firmata da Nonpanic Banijay, in stile kolossal che ha trasformato Cinecittà World nel Circo Massimo. «È il formato storico, originale, che in 30 anni di vita ha avuto 5 miliardi di telespettatori in tutta Europa con ascolti altissimi - ha detto il direttore della rete Mediaset Giancarlo Scheri -. Abbiamo deciso di rinnovarlo e riproporlo mantenendo l'atmosfera meravigliosa che ci ricordiamo e vorrei anche allontanare ogni pensiero che ci sia qualcosa di politico dietro tutto questo».
SEI NAZIONI
La sfida sarà in ogni puntata tra diverse città dei Paesi concorrenti (Italia, Spagna, Russia, Grecia, Germania e Polonia), le cui squadre si cimenteranno in varie prove, dalla palla trasparente nella quale i giocatori dovranno correre, alla scalata di una parte inclinata. Nel ruolo di telecronisti Ilary Blasi e Alvin, mentre supervisore dei sei arbitri sarà Jury Chechi, ex ginnasta. «Rappresenta la nostra infanzia, e questo programma l'ho voluto fortemente io - ha detto Ilary - In questa televisione di arringhe e litigate mi piaceva riportare una tv degli anni 80, 90, quella con la quale sono cresciuta e che oggi può sembrare obsoleta, quasi antica, ma che io invece trovo moderna».

«Mi piaceva l'idea di riportare la famiglia italiana davanti alla televisione, si è persa un po' questa abitudine - ha aggiunto -. Io vedo i miei figli, la loro generazione, che sono un po' lontani dalla tv, magari guardano le serie, YouTube, e quindi questo è un programma talmente trasversale che potrebbe diventare un appuntamento fisso durante la settimana».
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Il Gazzettino