Il ritorno dei caccia spazio aereo blindato

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Mercoledì pomeriggio hanno toccato la pista d'atterraggio di Istrana...

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Mercoledì pomeriggio hanno toccato la pista d'atterraggio di Istrana e da ieri sono pienamente operativi come controllori della sicurezza nei cieli. Si tratta di due Eurofighter F-2000 (Efa) del 4° Stormo di Grosseto dislocati per l'occasione in una base del nord Italia. E la scelta è caduta su Istrana, ritenuta la migliore come posizione geografica e come capacità di accogliere aerei così sofisticati. Il rischieramento rientra in un'attività di rotazione tra varie basi e non è legato ad alcun tipo di allarme specifico come quello per il terrorismo. Ciò non toglie che la presenza di due aerei di questo genere, i più moderni a disposizione dell'arma azzurra, non sia passata inosservata. E attualmente la sede del 51° Stormo è l'unica base italiana ad avere sia i caccia sia gli Amx specializzati nella ricognizione tattica. Gli Eurofighters sono solo ospiti nella Marca, ma ci rimarranno per qualche tempo. Rimangono agli ordini dello Stormo di Grosseto e il loro compito sarà quello di controllare sia lo spazio aereo italiano che di Slovenia e Albania, che si affidano proprio all'Italia per questo compito. Il ruolo di un caccia è molto complesso: è chiamato a intervenire ogni volta che lo spazio aereo è invaso da un aereo non conosciuto. Si può trattare di un velivolo militare di un'altra nazione, come di un normalissimo aereo da trasporto o di linea che viaggia fuori rotta, con radio o transponder spenti o che non risponde alle chiamate della torre di controllo o che ha lanciato l'allarme dirottamento. Oppure di droni non autorizzati, potenziale pericolo che sta facendo capolino in questi ultimi tempi. In tutti questi casi gli Eurofigthers si alzano in volo in pochissimi minuti e provvedono a intercettare l'aereo potenzialmente pericoloso e condurlo a terra o fuori dello spazio aereo di competenza. E allarmi di questo tipo sono molto frequenti. «La presenza degli F-2000 presso il 51° Stormo di Istrana - commentano i vertici dell'Aeronautica militare attraverso il sito ufficiale - rientra in una visione strategica dello strumento aereo che, in un'ottica di generale riduzione dei tempi di intervento e di tempestivo contrasto di eventuali minacce di tipo ibrido, mira ad impiegare capacità operative già disponibili al fine di incrementare l'attuale dispositivo di difesa aerea».

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Il Gazzettino