IL RICORDO BELLUNO Oltre cento persone in poche ore. La mostra sulla Polizia

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IL RICORDO

BELLUNO Oltre cento persone in poche ore. La mostra sulla Polizia scientifica nel caveau dell'ex Banca d'Italia è presa d'assalto dai bellunesi. L'ha rivelato il questore Lilia Fredella ieri mattina in Sala Bianchi, alla mattinata organizzata in ricordo del Vajont con la presenza del primo agente di polizia arrivato sul posto la tragica notte del 9 ottobre 1963. L'incontro è stato anche l'occasione per presentare alle autorità e ai cittadini intervenuti il libro di Agostino Amantia L'industrializzazione del comprensorio del Vajont. Il prefetto Francesco Esposito ha ripercorso l'impegno dell'allora prefetto di Belluno, Fulvio Petroccia, nella ricostruzione, e la lettura della testimonianza di allora dell'agente Gino Maresio ha reso a tutti il panico e la concitazione dei minuti immediatamente successivi la tragedia. Maresio, in sala, si è alzato per qualche parola. «Provo ancora molta emozione nel ripercorrere quella notte ha detto, commosso -. Le comunicazioni erano difficili, al Comando non rispondeva nessuno, c'era un'unica stazione con cui comunicare. Avevo circa trent'anni, rimasi in servizio a Longarone tre giorni consecutivi». Il prefetto ha spiegato dal punto di vista del predecessore i mesi della ricostruzione. «In un primo momento non si capiva nemmeno bene cosa fosse successo e anche farlo capire agli organi centrali, trattandosi di un territorio periferico, non fu facile. La ricostruzione trasformò la tragedia in una grande occasione di rilancio e in questo Petroccia ebbe un ruolo di grande rilievo. Fu una figura che diede molto al territorio e che mi ispirò l'idea di dedicargli una sala in Prefettura». Sull'aspetto positivo della ricostruzione, legato all'industrializzazione del territorio si è soffermato anche il sindaco di Longarone e presidente della Provincia Roberto Padrin. «Se il Bellunese ha avuto da allora un futuro industriale ha dichiarato lo dobbiamo alla legge Vajont e agli imprenditori lungimiranti che hanno deciso di investire da noi». Alla mattinata erano presenti anche in proprietari attuali dell'ex Banca d'Italia, gli imprenditori Chemello e Francavilla.

Alessia Trentin
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Il Gazzettino