Il rettore Bugliesi: «Un suicidio per Venezia lasciare la Marittima»

Il rettore Bugliesi: «Un suicidio per Venezia lasciare la Marittima»
«Abbandonare il porto sarebbe un suicidio per questa città». Michele Bugliesi, fresco di nomina a rettore di Ca' Foscari, è abituato per formazione a cercare e analizzare...

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«Abbandonare il porto sarebbe un suicidio per questa città». Michele Bugliesi, fresco di nomina a rettore di Ca' Foscari, è abituato per formazione a cercare e analizzare pragmaticamente i dati (insegna Informatica). E i dati, per quanto riguarda Venezia, dicono che «la scelta non è di non tenere il porto ma di come renderlo compatibile».

Ieri dal palco dell'auditorium del Campus scientifico di Ca' Foscari in via Torino, ha aperto i lavori del convegno sulla qualità dell'aria nei porti mediterranei. Perché il problema delle emissioni delle navi da crociera ce l'hanno anche gli altri scali che si affacciano sul nostro mare, ma anche nel resto del mondo. Basta affacciarsi sulla caldera del vulcano di Santorini, in Grecia, per rendersi conto di come una nave da crociera possa saturare l'aria di odori mefitici di smog.
Alle sensazioni, però, lo studioso risponde con i dati: «È nostro compito dare informazioni rigorose, elementi con i quali poi chi di dovere può prendere decisioni».
Non a caso ieri nella grande sala a gradoni qualcuno ha detto che la normativa europea è molto indietro rispetto al lavoro che stanno facendo i centri di ricerca. Del resto è una sensazione comune anche ad altri settori, che le norme e la politica non tengano il passo con la ricerca. Eppure gli industriali, anche qui a Venezia, non di rado chiedono all'Università di essere più al servizio del mondo produttivo.
«Noi possiamo dare, e diamo, idee in termini innovativi. Possiamo aiutare a comprendere i mercati. E, ancora, far nascere start up o spin off con, e a favore, di imprese - continua Bugliesi -. Con Confindustria Venezia e la Regione, ad esempio abbiamo avviato InnovArea, un osservatorio sui trend dell'economia per supportare l'innovazione nel territorio. Infine, il nostro impegno è evidente i queste mura: ci abbiamo messo dieci anni a costruire il Campus in terraferma, ora c'è ed è una nuova leva per lo sviluppo sociale, imprenditoriale, economico della città». (e.t.)

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Il Gazzettino