IL REPORT TREVISO Nel Trevigiano il Covid ha pressoché azzerato il turismo.

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IL REPORTTREVISO Nel Trevigiano il Covid ha pressoché azzerato il turismo. E le prospettive per il prossimo futuro consentono ben poche speranze per un recupero rapido e...

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IL REPORT
TREVISO Nel Trevigiano il Covid ha pressoché azzerato il turismo. E le prospettive per il prossimo futuro consentono ben poche speranze per un recupero rapido e consistente. Il comparto locale, tuttavia, non rinuncia a giocarsi le sue carte per cogliere la ripartenza: la vacanza attiva, all'aria aperta, con possibilità di fare sport o escursioni nella natura, ad esempio in bicicletta era già un fiore all'occhiello dell'offerta locale (si pensi al cicloturismo, alle Colline del prosecco, alle Prealpi) ed ora diventerà sempre più richiesta proprio in conseguenza alle norme anti contagio e alla prevenzione del virus.

I DATI
Il bilancio dei primi due anni di attività di Marca Treviso, la fondazione erede del vecchio consorzio di promozione turistica, non può che allargarsi alla situazione dell'intero settore. Il 2020 è stato drammatico: dei due milioni di presenze turistiche registrate nel 2019, l'anno scorso ne sono sparite circa l'85 per cento. «Di fatto sono arrivati solo coloro che erano costretti' a viaggiare per lavoro», conferma senza nascondere l'amarezza Gianni Garatti, presidente dell'organismo. E il crollo trevigiano è stato anche peggiore del 63% medio rivelato in Veneto: a differenza del litorale veneziano o delle Dolomiti, infatti, la Marca ha beneficiato in minima parte del recupero estivo dato dai vacanzieri italiani, mentre le mezze stagioni, tradizionalmente periodo clou per il turismo nostrano, sono coincise con il lockdown e le ondate più acute della pandemia. «Tutti ci domandiamo quando potremo ripartire - sottolinea il direttore Alessandro Martini - le proiezioni purtroppo non sono positive: soprattutto per i mercati intercontinentali, dal Nord America, alla Cina e all'India, che costituiscono una grossa fetta dei turisti su Venezia, con ricadute su tutta la fascia meridionale della nostra provincia, i tempi si annunciano piuttosto lunghi e il 2021 si prospetta come una fotocopia del 2020 con una stagionalità attiva nel mercato domestico per le spiagge e la montagna, ma una maggiore sofferenza per le città d'arte».
PIANO DI RILANCIO

La fondazione stessa ha dovuto rivedere il proprio modo di operare, garantendo comunque la promozione del territorio ad esempio attraverso la partecipazione in modalità virtuale alle fiere. Superate alcune difficoltà e incomprensioni nel primo anno di vita, ha ricordato Garatti, ora si sta procedendo spediti nel percorso fissato. Obiettivo di fondo, promuovere e commercializzare non tanta singole destinazioni, ma veri e propri prodotti, esperienze e proposte. Tra i vari filoni individuati (dal golf al congressuale, pur oggi bloccato, dalle produzioni cinematografiche e televisive come veicolo di promozione agli influencer, al nuovo sito internet Visit Treviso) su cui costruire le premesse per la ripartenza, appena possibile, spicca ad esempio il turismo in bicicletta. E, in particolare, si scommette su una declinazione specifica: il gravel, ossia il pedalare, con bici apposite, su sterrati e strade bianche, una sorta di via di mezzo tra il ciclismo su strada classico e la più spinta mountain bike, una pratica molto in voga soprattutto negli Stati Uniti, dove conta un boom di appassionati. In questo senso, si sta lavorando a una manifestazione in collaborazione con un grande marchio del settore e, soprattutto, alla definizione di una rete di 700 chilometri di percorsi, suddivisi in dodici itinerari, da compiere dalla primavera fino all'autunno inoltrato. E se Mario Pozza, presidente della Camera di commercio, ribadisce come rilanciare il volano turistico non significhi «rilanciare solo alberghi e ristoranti, ma far lavorare anche un largo indotto, dall'agricoltura all'artigianato», l'assessore regionale al Turismo, Federico Caner, manifesta un moderato ottimismo: «La mazzata è stata durissima, ma resto fiducioso: come dimostrato dalla scorsa estate, la voglia di vacanza resta elevata, perciò se la campagna di vaccinazione raggiungesse una buona diffusione entro giugno, sono convinto che la ripartenza potrebbe essere immediata. Proprio per questo ho chiesto di inserire gli operatori del settore tra le categorie da vaccinare prioritariamente».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino