IL RACCONTO PADOVA «State a casa ma teniamo i negozi aperti. Che senso ha?».

IL RACCONTO PADOVA «State a casa ma teniamo i negozi aperti. Che senso ha?».
IL RACCONTOPADOVA «State a casa ma teniamo i negozi aperti. Che senso ha?». La domanda circola con più insistenza tra i commercianti del centro. I pomeriggi non si distinguono...

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IL RACCONTO
PADOVA «State a casa ma teniamo i negozi aperti. Che senso ha?». La domanda circola con più insistenza tra i commercianti del centro. I pomeriggi non si distinguono più, sabato è uguale a lunedì e domenica è uguale al giovedì. I giorni si confondono e il vuoto è sempre quello. «Guardi fuori. Vede qualcuno? chiede Gigi Briscagin, titolare del negozio Box uomo di via Fiume No. E domenica non è molto diverso. Non c'è giro, non c'è movimento e in tanti mi chiamano per sapere se possono venire in negozio. Da quello che ho capito da fuori comune non si può venire e per non far rischiare nulla ai clienti fornisco questa versione».

Le cose non vanno bene, riferiscono i commercianti, e se si calcola che il Natale è stato praticamente perso, le prospettive non sono le più rosee. «L'ordinanza di chiusura del centro ci ha bastonato nel fine settimana prima di Natale continua Briscagin È triste, la gente non ha voglia di comprare. Del resto perché si acquista un abito nuovo? Per uscire, per sfoggiarlo. Se non si può uscire manca la spinta all'acquisto. E c'è un altro problema: tutto questo (dice indicando la merce esposta, ndr) dovrò catalogarlo come invenduto e per me sarà un doppio danno. Gli ordini li facciamo ogni 6 mesi, in questa situazione è impossibile programmare».
UNA CATENA
E a rimetterci sono anche i fornitori dei negozi. «È una catena spiega Roberto Santon, titolare del negozio di giocattoli Auto&treni di via Dante Per dire, tutte le uova di Pasqua che avevo acquistato sono rimaste invendute, me le sono mangiate io. Se dovessi chiudere anche io questa parte di via muore adesso che sono chiusi anche i locali. Ed è un problema di sicurezza non da poco, prima almeno c'era movimento, ora è il deserto. L'errore è stato fatto in estate quando è passato il messaggio che si poteva tornare alla vita di prima. E ora la vedo dura».
Bisogna escogitare degli stratagemmi non tanto per aggirare le leggi, quanto per continuare a lavorare. Così Santon ha cominciato a fare consegne a domicilio in tutta la provincia. «Attraverso una videochiamata mostro la merce in negozio e il cliente sceglie, come se fosse qui dice Sono andato fino a Vicenza una volta. È l'unico modo per andare avanti ma sono preoccupato. Ho 6 dipendenti e se le lascio a casa cosa fanno? Prima della pandemia stavo progettando di aprire un nuovo negozio ma adesso non se ne parla».
I DISCHI
A pochi passi di distanza l'altra vetrina illuminata è quella di Gabbia dischi. Qui il via vai c'è anche se con numeri moderati ma si nota un cambiamento. Le persone entrano, danno un'occhiata veloce e scappano via, quasi avessero i minuti contati. «Quando da anni stai dietro al bancone sono cose che noti afferma Federico Corcelli Gabbia, titolare del negozio La gente è nervosa, meno tollerante. C'è tensione. Provo anche io angoscia e devo dire che mi sono salvato lavorando. Per me il periodo natalizio non è stato così sconfortante come temevo, anzi. Era un continuo entrare e uscire, pulire, sanificare e per fortuna gli spazi sono ampi, quasi 400 metri quadri. Ero sfinito, non è facile da commerciante trasformarsi in vigile, ci siamo impegnati tantissimo per far rispettare tutte le prescrizioni». La domanda, però, è sempre quella: «Dicono, giustamente, di stare a casa e poi ci lasciano aperti: che senso ha? si domanda Corcelli Gabbia Sicuramente anche la chiusura dei bar sta influendo. Che poi non comporta solo il fatto che le persone escono meno perché manca l'appoggio dei pubblici esercizi, è un servizio che manca per noi che lavoriamo. Dove vado a mangiare? Dietro al bancone o torno a casa perdendo un sacco di tempo?». Prima si poteva contare sul servizio mensa di alcuni locali ma ora, con la stretta di due giorni fa del prefetto, probabilmente diminuiranno.
IL GESTO DI ALÌ

Un tentativo di dare respiro ai commercianti viene dall'iniziativa Aiutiamo il territorio, ideata da Alì e Alìper con Confcommercio Veneto. Fino al 31 gennaio i clienti dei supermercati potranno ricevere un buono di 15 euro con mille punti della carta da spendere presso pubblici esercizi e negozi che hanno aderito. «Un gesto corale e concreto hanno convenuto Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, e Gianni Canella, vicepresidente di Alì spa per mettere insieme tutte le forze e far rialzare l'economia in un momento tanto drammatico».
Silvia Moranduzzo
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Il Gazzettino