«Il punto è chiaro: il governo ha perso la sua credibilità. Per mesi ha fatto credere a milioni di italiani che contro il Covid si muoveva sulla base delle indicazioni degli...
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Onorevole Tajani ma non le pare di esagerare?
«Ma neanche un po'. Non capisco come sia possibile che una relazione riservata, anzi segreta, del Comitato Tecnico Scientifico stilata il 3 marzo arrivi al presidente del Consiglio il giorno 5. Non era uno studio filosofico ma una relazione su un argomento caldissimo, come l'istituzione di nuove zone rosse in Lombardia, che in quei giorni preoccupava tutti i 60 milioni di italiani».
Lei non crede alla versione fornita dal premier?
«Non è questo il punto. Come minimo, stando proprio alle dichiarazione di Conte, mi pare che quella relazione sia stata sottovalutata dallo staff di Palazzo Chigi. O forse non è stata letta e comunque non è stata consegnata al premier con la doverosa solerzia. Chi e quanto ha sbagliato?».
Sta chiedendo ulteriori dettagli a Conte?
«Nello stesso interesse del presidente del Consiglio è doveroso che si presenti alle Camere per un chiarimento. Un chiarimento che non può essere limitato alla cronologia degli avvenimenti ma che dovrà allargarsi alle stesse scelte politiche del governo».
È normale che l'opposizione definisca sbagliate le scelte del governo.
«Ma qui c'è molto di più. Io pur essendo un esponente di una forza di opposizione riconosco al governo di aver dovuto affrontare un tornante brutto e imprevisto. Ne sono usciti dicendo che tutte le forzature, termine improprio, che facevano erano dettate dalle indicazioni degli scienziati e dall'emergenza sanitaria. Ebbene ora scopriamo che le indicazioni della scienza non venivano rispettate».
Il governo ha agito in malafede?
«Non credo sia stato travolto dagli avvenimenti. Ha fatto scelte non dettate dalla scienza dicendo di farlo e dunque ha sbagliato due volte. Non posso dimenticare i provvedimenti frontali adottati contro una timidissima riapertura varata dalla presidente della Calabria, Iole Santelli, in nome delle indicazioni degli scienziati. Era un confronto sulla salute pubblica o uno scontro che aveva l'obiettivo di assicurare i pieni poteri all'esecutivo?».
Conte ha superato i limiti costituzionali?
«Avverto i segnali di un clima venezuelano. Lo vedo nell'esautorazione del ruolo del Parlamento, nella scelta sbagliata di chiudere tutto ma anche nell'assistenzialismo diffuso che caratterizza i provvedimenti economici dell'esecutivo».
E la gestione della pandemia ha favorito questo disegno?
«Il governo Conte è un esecutivo debole per mille ragioni, non ultima i numeri ballerini in Senato. La gestione accentrata della crisi e la scelta di usare strumenti amministrativi come i Dpcm non controllati dal Parlamento, la strana secretazione di atti tecnici sono tutti strumenti utili a tenere in piedi un governo non all'altezza. Di questo Conte dovrà rispondere al parlamento e agli italiani».
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino