Il progetto per gli istituti in città Besta a San Pelajo, spazio al Riccati

Il progetto per gli istituti in città Besta a San Pelajo, spazio al Riccati
IL RISIKO TREVISO Riprende quota il risiko delle scuole tra il centro e il campus di San Pelajo. La carenza di aule emersa quest'anno, in particolare al Riccati, ma non solo, sta...

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IL RISIKO
TREVISO Riprende quota il risiko delle scuole tra il centro e il campus di San Pelajo. La carenza di aule emersa quest'anno, in particolare al Riccati, ma non solo, sta spingendo la Provincia a rimettere mano al progetto che prevede una serie di scambi di sede tra il Besta, il Duca degli Abruzzi e lo stesso Riccati per recuperare spazi per gli studenti, scongiurando il rischio di classi pollaio e di ambienti troppo stretti.

IL DOMINO
Alla base di tutto c'è un domino che coinvolgerebbe 4mila ragazzi: il Besta dovrebbe traslocare dal palazzo di borgo Cavour al campus di San Pelajo andando a occupare le succursali del Duca e del Riccati, lasciando a queste ultime due scuole la possibilità di distribuire tutti i loro ragazzi in centro sfruttando gli spazi del palazzo di borgo Cavour, ovviamente in aggiunta alle sedi centrali di via Caccianiga (Duca) e di piazza Vittoria (Riccati). A rilanciare il domino è Antonio Zonta, dirigente del settore Edilizia scolastica della Provincia. «Il progetto in questione è stato messo in un cassetto, ma c'è ancora: non è stato gettato mette in chiaro oggi con un accordo tra le parti coinvolte potrebbe essere riproposto, magari con qualche aggiornamento».
Il ragionamento è semplice: spostando i mille studenti del Besta a San Pelajo sarebbe possibile usare il palazzo di borgo Cavour per spalmare all'interno del centro tutti i ragazzi del Duca (1.800 studenti) e del Riccati (quasi 1.300 studenti) che oggi faticano a trovare spazio nelle relative sedi centrali. Per Zonta l'impianto non è sbagliato. Anzi. E la sua non è un'opinione di poco conto in merito: nessuno è più informato di lui a livello tecnico sulla distribuzione degli spazi all'interno delle superiori e sulla concentrazione degli studenti. Va detto che poco più di tre anni fa il piano fu bocciato dal Besta, che non ne voleva sapere di lasciare il centro dopo quasi cento anni di storia. Ma è anche vero che nel frattempo i prèsidi sono cambiati. Solo Antonia Piva, dirigente del Duca, è rimasta al proprio posto. E di conseguenza le considerazioni potrebbero essere diverse.
UNICO CATASTO
Dagli istituti, di contro, è arrivata la proposta di creare un catasto unico delle scuole di Treviso, mettendo assieme le superiori al tutto esaurito, gestite dalla Provincia, con le elementari e le medie a volte semivuote, gestite dal Comune. Il presidente Stefano Marcon e il sindaco Mario Conte hanno aperto le porte all'integrazione. Ma al momento senza troppi effetti concreti, a parte le quattro classi del liceo Canova che hanno iniziato il nuovo anno nei locali dell'elementare don Milani di San Zeno per i lavori in corso nella sede centrale. L'emergenza, poi, potrebbe spingere gli istituti a superare le perplessità meno forti. Quest'anno il Riccati ha chiesto in ogni modo di poter avere almeno 5 aule in più per accogliere cento nuovi studenti. La Provincia le ha cercate in seminario, trovando spazi non adeguati.

Di seguito ha chiesto agli altri istituti di San Pelajo, raccogliendo solo risposte negative. Alla fine ha proposto 3 aule nella sede del Giorgi della Ghirada. Ma a quel punto è stato il Riccati a rifiutare per evitare di dover aprire una terza sede, dopo piazza Vittoria e lo stesso campus di San Pelajo, a nemmeno 48 ore dall'inizio del nuovo anno scolastico. L'istituto tecnico economico ha deciso di arrangiarsi adottando un'organizzazione interna di rotazione delle classi, sfruttando come aule anche tre laboratori. E non è che la punta di un iceberg. (m.fav)
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Il Gazzettino