IL PROGETTO Belluno Colatoi, smottamenti, frane. Si sa: la strada vicinale della

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IL PROGETTO

Belluno Colatoi, smottamenti, frane. Si sa: la strada vicinale della Val Medon rappresenta uno dei punti cruciali a livello di fragilità del terreno. Il progetto per gli interventi di consolidamento è bell'e pronto: costo 114mila euro. Ora sono in arrivo i soldi. Non tutti, a dire il vero, ma il grosso per partire c'è. A sganciare l'80% del costo complessivo dell'operazione messa in sicurezza, gestita dall'Unione montana che ha come presidente in prorogatio Orlando Dal Farra, è la Regione Veneto. Notizia fresca (cfr. decreto del 6.02.2018) che ha permesso a Dal Farra di mettere in moto la macchina per reperire i 33mila euro mancanti: «Ho subito contattato Gsp, ente interessato in quanto la Val Medon costituisce l'unica via di accesso a case e casere, a proprietà silvo pastorali comunali, ma soprattutto alle opere di approvvigionamento idrico». La transitabilità della strada, quindi, riguarda l'acquedotto. Ma ad essere coinvolto nella collaborazione della spesa, oltre a Gsp, è anche il Comune di Belluno. A detta del presidente, dal 2012 alla guida dell'Unione montana di Belluno e Ponte nelle Alpi, manca poco per l' appalto dei lavori: «E si potrà partire con la messa in sicurezza già in tarda primavera o inizio estate». È questa una risposta alle richieste di attenzione per la zona di Bolzano bellunese messe nero su bianco pochi giorni fa da Sergio Rech, presidente degli Usi civici di Bolzano e Vezzano. Rech aveva sottolineato la necessità di intervenire con urgenza anche in prospettiva della stagione turistica, nell'area ai piedi della Schiara e del monte Terne. Dal canto suo Dal Farra ricorda come l'Unione montana non sia stata con le mani in mano, mettendoci del suo: «A metà gennaio abbiamo provveduto a liberare la strada della Val Medon, con nostri operai e mezzi». Altro punto critico, a livello di viabilità collegata al turismo nella zona di Bolzano bellunese, è quello del piazzale a Case Bortot, attualmente inagibile per motivi di sicurezza: ad avere sulle spalle il carico della sistemazione è la Provincia. «Noi abbiamo pronto un progetto, gia cantierabile, di ingrandimento, ma tocca alla Provincia provvedere ai disgaggi».

Daniela De Donà
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Il Gazzettino