IL PROCESSO BELLUNO «Mi dissero che era armato, che aveva una pistola e

IL PROCESSO BELLUNO «Mi dissero che era armato, che aveva una pistola e
IL PROCESSOBELLUNO «Mi dissero che era armato, che aveva una pistola e un machete, ma non vidi nulla». Non è stato d'aiuto il teste sentito ieri nel processo ad Hassen Tlili,...

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IL PROCESSO
BELLUNO «Mi dissero che era armato, che aveva una pistola e un machete, ma non vidi nulla». Non è stato d'aiuto il teste sentito ieri nel processo ad Hassen Tlili, 47enne tunisino, accusato di porto abusivo d'armi o oggetti atti ad offendere e anche di minacce aggravate. Avrebbe detto ai due rivali ai quali avrebbe mostrato pistola e machete sotto la giacca: «Adesso uccido uno di voi». È fondamentale sentire le due presunte vittime della vicenda: Ismail Nadir e Younes Raoul Mazaz che non si sono presentati in aula. Ieri il giudice Domenico Riposati ne ha disposto l'accompagnamento coattivo tramite i carabinieri.

Era la notte tra il 13 e il 14 febbraio 2017 quando un cliente sarebbe entrato armato di machete e pistola alle 2 di notte al bar Sirena, nei pressi di piazza delle Erbe, chiedendo da bere. Quando arrivarono le Volanti l'uomo fuggì via: ma la scena delle minacce e delle armi venne stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza del locale. Proprio da lì partirono le indagini degli agenti che sentirono i clienti e incrociarono il racconto con lo straniero fermato poco dopo i fatti: un tunisino, sposato con una donna italiana, che però non era armato. Era stato fermato nella zona di via Lungardo e quell'uomo era Tlili. Ieri il 47enne era i aula seduto accanto al suo avvocato Marco Cason. Respinge con forza le accuse d'altronde quelle armi non vennero mai ritrovate, nemmeno nella perquisizione domiciliare che scattò dopo i fatti. Dopo il cliente che quella sera era presente e che ha raccontato solo quello che gli dissero Nadir e Mazaz è stato sentito un agente della questura di Belluno che fece le indagini. Ma il quadro ancora è molto nebuloso: non sono emerse prove o certezze in aula. A quel punto il giudice ha rinviato al 18 novembre, quando dovrebbero arrivare le parti offese.

La notizia dell'uomo armato di machete all'epoca accese i social dove in molti esternarono la loro preoccupazione per il rapido susseguirsi di eventi criminali: lunedì mattina c'era stata la rissa tra kosovari in via Loreto, la notte il cliente armato al bar.
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Il Gazzettino