IL PROCEDIMENTO BELLUNO Nello stesso giorno aveva tentato di raggirare due automobilisti

IL PROCEDIMENTO BELLUNO Nello stesso giorno aveva tentato di raggirare due automobilisti
IL PROCEDIMENTOBELLUNO Nello stesso giorno aveva tentato di raggirare due automobilisti che però non abboccarono, chiamando di volata la polizia dopo aver preso il suo numero di...

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IL PROCEDIMENTO
BELLUNO Nello stesso giorno aveva tentato di raggirare due automobilisti che però non abboccarono, chiamando di volata la polizia dopo aver preso il suo numero di targa.

Fortunato D'Amico, 23 anni, residente ad Andrano (Lecce), ma di fatto senza fissa dimora, ieri è stato processato per due tentativi di truffa nei confronti di altrettanti automobilisti. Una delle vittime, tuttavia, ha ritirato la querela, mentre l'altra ha voluto andare fino in fondo, ottenendo dal giudice Angela Feletto una condanna a 5 mesi di reclusione di 60 euro di multa. Il pubblico ministero Gianluca Tricoli aveva invece chiesto 8 mesi e 500 euro di multa.
I fatti si svolsero nello stesso giorno, ovvero il 21 settembre del 2015 a Belluno.
D'Amico, ieri difeso d'ufficio dall'avvocato Valerio Piller Roner del foro di Belluno, ha sulle spalle una recidiva reiterata specifica infraquinquennale, il che significa che i precedenti specifici sono parecchi.
I tentativi di truffa si consumavano in questo modo: D'Amico parcheggiava l'auto a lato strada, poi quando passava un altro veicolo gli lanciava contro un oggetto simulando il rumore di un sinistro. A quel punto le vittime si fermavano e lui, prontamente, si fiondava a chiedere i danni, sostenendo che avessero urtato la sua auto in sosta.
La storia, quel giorno, si era ripetuta due volte: una contro l'auto di una donna di Mel, l'altra contro un camper di un turista. Ma entrambe le vittime non hanno ceduto chiamando subito le forze dell'ordine. Nel frattempo, D'Amico era partito a tutto gas. A lui risalirono grazie al numero di targa. E venne riconosciuto da una delle vittime.
Ovviamente, dell'imputato non si hanno notizie. Nel capo di imputazione figura anche che il reato di tentata truffa venne commesso in concorso con un'altra persona, ma di questa, nel processo, non c'era traccia.
L.M.
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Il Gazzettino