Il presidente «Un modello che è unico in tutta Italia»

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BELLUNO - L'idea nasce in casa Confindustria. Ieri pomeriggio con la firma del protocollo tra i partner del progetto è stato posato il primo mattone, ma l'associazione di categoria lavorava da tempo all'iniziativa che, a ben vedere, rientra in un più ampio disegno. «Il progetto spiega Luca Barbini, numero uno degli industriali bellunesi - rientra nel piano di Industria 4.0 sviluppato da Confindustria e del Governo. Il modello che abbiamo adottato, però, è unico in Italia. Per due ragioni. Innanzitutto, per la sinergia pubblico-privato che servirà non solo al finanziamento del centro, ma anche per attivare percorsi di digitalizzazione rivolti sia alle imprese che alla pubblica amministrazione, al fine di fare della provincia bellunese una sorta di smart land. L'altra peculiarità è la collocazione del Digital innovation hub all'interno di un istituto tecnico industriale, concretizzazione di uno degli obiettivi del sistema della formazione di industria 4.0 evidenziati anche nell'ultimo rapporto della Fondazione Nord Est: amalgamare il sapere e il saper fare, le conoscenze teoriche e le competenze pratiche». La cittadella delle nuove tecnologie costerà circa 300 mila euro l'anno e il progetto è, per ora, triennale. I soldi serviranno per acquistare software, stampanti 3D, macchinari vari e computer, il gruzzolo arriverà dai Fondi di confine con la compartecipazione dei soggetti partner. «Abbiamo 2 milioni di euro per gestire la digitalizzazione da qui al 2018 spiega l'onorevole del Pd Roger De Mench -, una parte di questo fondo verrà impiegata nel progetto Industria 4.0».

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Il Gazzettino