Il pensionato era morto un mese dopo il sinistro

Il pensionato era morto un mese dopo il sinistro
(L.I.) Avrebbe dovuto accorgersi in tempo dell'anziano che stava attraversando la strada e azionare il sistema frenante. È accusato di omicidio colposo l'autista del metrobus...

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(L.I.) Avrebbe dovuto accorgersi in tempo dell'anziano che stava attraversando la strada e azionare il sistema frenante. È accusato di omicidio colposo l'autista del metrobus Massimiliano Carletto, 48 anni, residente a Casalserugo (avvocato Mirko Arena). La Procura gli contesta una condotta negligente e imprudente nell'incidente in cui ha perso la vita il novantunenne pensionato Gino Marcato. Era accaduto il 21 luglio 2014, attorno alle dieci del mattino, in via Aspetti, ai piedi del cavalcavia Borgomagno. Gino Marcato non si era probabilmente accorto dell'arrivo del metrobus. Aveva attraversato la strada sulle strisce pedonali ai piedi del cavalcavia, lato Arcella. L'autista del mezzo pubblico non era riuscito ad evitare l'impatto. L'anziano era caduto rovinosamente a terra riportando ematomi sovraorbitari e focolai contusivi emorragici nelle zone frontale sinistra, parietale e temporale destra. I traumi sembravano meno gravi del previsto e Marcato avrebbe dovuto cavarsela in un paio di settimane. Durante il ricovero in Clinica Chirurgica Terza le sue condizioni di salute si erano aggravate, forse anche a causa dell'età avanzata. Gino Marcato non si era più ripreso. Il decesso era avvenuto il 17 agosto.

Stando alla ricostruzione della polizia municipale, che ha compiuto i rilievi del sinistro, il pensionato avrebbe avuto un attimo di distrazione che gli è poi risultato fatale. Avrebbe attraversato con il semaforo rosso senza accorgersi che il tram era appena ripartito dalla fermata di via Aspetti. Il conducente del mezzo aveva invece il via libera del semaforo verde ma secondo l'accusa avrebbe dovuto avvedersi della presenza del pedone ed evitare il tragico impatto.

È stata la consulenza tecnica prodotta dal legale dei familiari di Marcato, l'avvocato Mario Sannevigo, a convincere la Procura delle presunte responsabilità di Carletto. I familiari della vittima non si sono comunque costituiti parte civile. Hanno scelto di affrontare la causa civile per ottenere il risarcimento del danno. Il processo è stato aggiornato al 4 maggio.
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Il Gazzettino