Il "patto per la piscina" Firmano sei consiglieri

Il "patto per la piscina" Firmano sei consiglieri
Marghera torna a sognare la sua piscina. Ma la paura dell'ennesimo miraggio è in agguato. Anche dieci anni fa, del resto, nella stessa sala consiliare, usata mercoledì, erano...

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Marghera torna a sognare la sua piscina. Ma la paura dell'ennesimo miraggio è in agguato. Anche dieci anni fa, del resto, nella stessa sala consiliare, usata mercoledì, erano state presentate le simulazioni di un impianto natatorio che l'Autorità Portuale era pronta a costruire in via delle Macchine. Nello stesso luogo proposto, davanti ad un'assemblea composta anche da mezzo consiglio comunale, da Stefania Ruffa del Fondo Lucrezio (maggior azionsta Andrea Mevorach), da cinque anni proprietario dell'area affacciata sulla darsena di fronte al ponte strallato e dagli architetti Andrea Borin e Massimo Furlan. Architetti che hanno puntato sulla necessità di riqualificare l'area e di far sì che Marghera «riscopra» l'acqua. Ed è proprio la vicinanza al canale industriale ovest ad aver convinto gli operatori del Mercato Ortrofrutticolo di via Torino a rivolgersi al Lucrezio perché predisponesse un progetto per la nuova sede Mof. Sede che li convince molto di più dell'ipotesi Fusina che costerebbe 15 milioni di euro. «La piscina di 33 metri - ha detto Ruffa durante l'incontro proposto da "Buongiorno Marghera!" e coordinato da Alvise Ferialdi - è un elemento che può essere realizzato con la costruzione del Mof, che sarà affiancato da un punto di ristoro aperto 24 ore al giorno e da uno spazio di piccolo commercio circondati da 150 posti auto per la piscina e da 250 per il Mof». Il Fondo si dice disponibile a cedere l'area al Comune dopo aver edificato il tutto. Nessun riferimento a cifre se non un accenno di Ruffa al fatto che l'intervento vale 40 milioni di euro ma che il prezzo di vendita sarà molto inferiore. Voci parlano di 30 milioni. Sei consiglieri comunali presenti su otto (Boraso che dice che i fondi ci sono e sono quelli che il Comune ha ottenuto dalla vendita del vecchio Mof, Cavaliere, Centanini, Centenaro, Venturini e Zuanich) lo sposano e firmano senza esitazioni il «Patto per la piscina» proposto da Ferialdi. Turetta aspetta che le carte arrivino in Comune e Guzzo contesta: «La piscina doveva essere costruita dal privato senza capitali pubblici».

Giacinta Gimma


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Il Gazzettino