(C.Arc.) Quasi tutti i componenti del sodalizio Piovese-Veneziano avevano un proprio lavoro. C'era Bastianello con un salone di parrucchiere a Brugine e Pellegrino che portava il...
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Giuliano De Checchi è considerato il vero violento della banda. Al punto da acquistare al mercato nera una pistola Beretta a 1.300 euro. Nei suoi piani doveva vendicare con il sangue un individuo che si era permesso di offendere suo figlio. Prima di entrare in azione, De Checchi si è anche vantato con i colleghi criminali di questa pistola in suo uso. Da una telefonata choc emerge che la banda volesse provarla lungo la Romea. Sarebbe stato un disastro vista la mole di auto che giornalmente transitano da queste parti. Poi De Checchi ha optato per muoversi diversamente per evitare di dare troppo nell'occhio alle forze dell'ordine.
I nove malviventi che sono stati arrestati avevano un comune denominatore, i soldi. E per farne sempre di più erano pronti a tutto. Anche a farsi la guerra uno con l'altro se qualcuno avesse fatto l'infame. Il "sinto", al secolo Luca Marcato, era il loro punto di riferimento. Un giostraio che aveva abbandonato il mondo delle rapine e dei reati contro il patrimonio per cominciare il più redditizio mercato dello spaccio di droga. Si tratta ad oggi di un'eccezione. Mai fino ad ora nel padovano le forze dell'ordine avevano scoperto sinti legati anche al traffico degli stupefacenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino