IL PADOVANO «Non possiamo fare altro che prendere atto che c'è un'indagine

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IL PADOVANO«Non possiamo fare altro che prendere atto che c'è un'indagine in corso, attenderne gli esiti. Nel frattempo, se ci sarà da prendere provvedimenti eventualmente...

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IL PADOVANO
«Non possiamo fare altro che prendere atto che c'è un'indagine in corso, attenderne gli esiti. Nel frattempo, se ci sarà da prendere provvedimenti eventualmente richiesti dagli atti dell'autorità giudiziaria, questi saranno in capo all'Ateneo di Padova». Così Patrizia Marzaro, direttore del Dipartimento di Diritto pubblico, internazionale e comunitario (Dipic), che ieri mattina ha assistito alle operazioni eseguite dalla Guardia di Finanzia. Sono stati gli agenti infatti a dare informazione a lei della vicenda che vede protagonista un docente in servizio nel Dipartimento di Diritto pubblico - il professor Mauro Beghin, ordinario di Diritto tributario - in quanto Patrizia Marzaro ne è il dirigente. «Non possiamo che prenderne atto e aspettare», ripete la direttrice, ordinario di Diritto amministrativo.

STIMATO
Molto conosciuto e stimato, Beghin insegna al Dipic da ben sette anni. Forte la sorpresa ieri al Bo al diffondersi della notizia del suo coinvolgimento nell'inchiesta nazionale che ha portato all'arresto di sette persone. Per lui, l'interdizione dalla docenza per un anno pare sia già stata notificata e già diventata operativa. Ma il suo ruolo sarebbe marginale nel filone di indagine, almeno così trapelava ieri pomeriggio dagli studi dei colleghi del docente, il cui telefono sulla scrivania suonava a vuoto.
«A quanto ne so il professor Beghin è stato sorteggiato nella commissione di abilitazione e si è poi dimesso nel giro di una settimana», racconta la direttrice Marzaro. I fatti non sono recenti, risalgono al 2013. «Il concorso di abilitazione è su scala nazionale, l'inchiesta è stata aperta dove è stata fatta la denuncia. Non si tratta di un concorso locale. Noi ci atteniamo ai fatti - dice la professoressa - e tecnicamente, oggettivamente il professor Beghin ha fatto parte di questa commissione per soli sette giorni. È evidente, ripeto, che non possiamo fare altro che aspettare gli esiti delle indagini, si tratta di una misura cautelare».
L'INTERCETTAZIONE
Significativa un'intercettazione telefonica dell'8 aprile del 2015, quando Mauro Beghin chiama un altro professore e gli dice: «...C'è il pericolo che salti tutto, ecco questo volevo dirti, siccome siamo ancora in tempo per fare un ragionamento è il momento di farlo adesso...».
Sulla sospensione per un anno dal servizio legata all'accusa di un concorso che si presume truccato, ieri è intervenuto anche il rettore dell'Università, Rosario Rizzuto. «Naturalmente attendiamo l'esito delle indagini ha spiegato Rizzuto come sempre, ci atteniamo al principio della presunta innocenza. Se sarà colpevole, ne risponderà nelle sedi penali». Fatta la premessa, però, il magnifico rettore ci ha tenuto a difendere l'Ateneo: «Questa Università, però, raggiunge i livelli che tutti conosciamo perché qui i concorsi vengono svolti correttamente. Diversamente le cose non andrebbero nello stesso modo».

Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino