«Il nostro netto dissenso» La trattativa ancora aperta

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Nella proposta di Unioncamere sul riassetto nazionale degli enti non c'è la Camera unica per il Friuli-Venezia Giulia. L'ipotesi - la proposta nei prossimi giorni sarà inviata...

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Nella proposta di Unioncamere sul riassetto nazionale degli enti non c'è la Camera unica per il Friuli-Venezia Giulia. L'ipotesi - la proposta nei prossimi giorni sarà inviata al ministero dello Sviluppo economico che avrà sessanta giorni di tempo per decretare il nuovo assetto post-tagli con le 60 Camere che rimarranno - è stata presentata ieri nel corso dell'esecutivo nazionale di Unioncamere a Roma. L'assetto ipotizzato per il Friuli-Venezia Giulia dal comitato esecutivo del super-ente nazionale prevede la due Camere della Venezia Giulia e di Udine-Pordenone. A fine mese il prossimo passaggio: la proposta dovrà passare al vaglio dell'assemblea Unioncamere. Poi la discussione passerà in seno al governo. «Ho espresso la netta indisponibilità del territorio pordenonese - ha detto al termine dell'incontro romano il presidente Giovanni Pavan - alla soluzione prospettata che prevede l'aggregazione con Udine. Sono stati illustrati i motivi per cui Pordenone chiede da sempre l'unico ente regionale ed è stato spiegato il forte dissenso dei sindaci, delle categorie e del territorio nel suo complesso all'unificazione forzata con Udine». Quel forzata è ovviamente riferito all'ormai celebre emendamento Rosato che salva le Camere di confine e non lascia a Pordenone alcuna scelta. Il presidente Pavan ha anche ricordato al presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, la missiva della Regione con la richieste dell'ente unico. «Il vertice di Unioncamere - ha aggiunto Pavan - è stato anche informato sulla volontà di Pordenone di procedere con le azioni giudiziarie di salvaguardia nel caso in cui il disegno sul futuro assetto regionale delle camere non dovesse cambiare». Ora è chiaro che da qui all'inizio di giugno, quando la proposta di riforma arriverà sul tavolo ministeriale, la partita per cambiare le carte in tavola si giocherà sui tavoli della politica e degli accordi, anche trasversali, più che su quelli istituzionali dell'ente.

In questa corsa contro il tempo sembra difficile che Pordenone riesca a convincere il resto della Regione a imboccare la strada dell'ente unico. La lettera di Serracchiani e Bolzonello di inizio settimana ha infatti causato l'ira degli enti di Trieste-Gorizia e di Udine contrari a una sola istituzione. E se Pordenone dovesse perdere il braccio di ferro il governo, durante l'estate, potrebbe inviare un commissario per eseguire quella che sulle rive del Noncello viene definita un'annessione e un ritorno a mezzo secolo fa.
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Il Gazzettino