Il meccanico "tradito" «Immagine rovinata»

Il meccanico "tradito" «Immagine rovinata»
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TREVISO - (a.zam.) «Valuterò se denunciarlo per un eventuale danno d'immagine. Non né sapevo nulla e mai avevo avuto modo di ipotizzare che potesse accadere qualcosa di simile». Così si è giustificato davanti ai poliziotti il meccanico che ha in appalto il servizio di riparazione delle auto di polizia e carabinieri. L'artigiano si è immediatamente messo a disposizione degli agenti e gli accertamenti dei poliziotti hanno permesso ben presto di accertare, non solo la sua estraneità ai fatti, ma anche che il meccanico non si era mai accorto di nulla.

Secondo quanto emerso il 16enne approfittava degli istanti di pausa per scattare quelle fotografie distante da occhi indiscreti che avrebbero potuto impedirgli quello che era diventato un divertimento. Ai poliziotti il ragazzino ha spiegato che sapeva che se fosse stato sorpreso a fare quelle foto avrebbe rischiato di vedere annullato lo stage. Ma, evidentemente, non aveva realizzato che la ramanzina del titolare e i guai con la scuola sarebbero stati meno gravi dei rischi che avrebbe corso rendendo pubblici quegli scatti.
Durante le indagini gli uomini della Stradale hanno parlato anche con la preside dell'istituto professionale frequentato dal ragazzo. L'esperienza in azienda è considerata fondamentale per il suo corso di studi e proprio per questa ragione l'Istituto ha già messo all'ordine del giorno del prossimo consiglio la possibilità di procedere con la sospensione fino al termine dell'anno scolastico. Un provvedimento severo che, se da un lato serve a punire il suo comportamento e a diffondere un messaggio di legalità all'interno della scuola, dall'altro serve anche a garantire alle aziende che comportamenti di questo tipo rappresentano fatti isolati e vengono duramente puniti dalle scuole. I familiari del 16enne invece sono stati avvertiti direttamente dai poliziotti che hanno chiesto conto al loro figlio di quelle fotografie e del perché avesse deciso di caricarle in rete. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino