Il M5S: «Sindaco multato, troppe omissioni»

Il M5S: «Sindaco multato, troppe omissioni»
IL CASOVENEZIA La barca sarebbe stata quella del sindaco Luigi Brugnaro, rilevata dal tele-laser della Polizia municipale mentre sfrecciava in bacino ad una velocità ben...

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IL CASO
VENEZIA La barca sarebbe stata quella del sindaco Luigi Brugnaro, rilevata dal tele-laser della Polizia municipale mentre sfrecciava in bacino ad una velocità ben superiore ai 7 chilometri orari consentiti. «Sicuramente il doppio, forse perfino a 20 all'ora». Ma Davide Scano, consigliere comunale del Movimento 5stelle ed ex candidato sindaco, non se la prende tanto con il primo cittadino («che potrebbe anche aver pagato la multa»), quanto con i dirigenti comunali che gli hanno impedito l'accesso agli atti che dovrebbe essere consentito a chi ricopre la sua carica: il primo è Marco Agostini, comandante dei vigili, quindi la segretario comunale Silvia Teresa Asteria e il vice segretario, il dirigente Francesco Vergine. Contro i quali è pronto un esposto alla Procura della Repubblica con Scano che si costituirà parte civile difeso dall'avvocato Claudio Beltrame.

LA SEGNALAZIONE
Siamo nel maggio dell'anno scorso. Davide Scano viene informato che un amministratore comunale su un natante privato era stato sorpreso sul canale della Giudecca ad estrema velocità da una pattuglia di agenti della polizia locale. Nell'esposto Scano non lo cita, ma si tratterebbe del sindaco: Il possibile comportamento illecito di un amministratore pubblico a bordo di una barca privata, condotta a forte velocità in laguna, diventa un fatto rilevante sotto il profilo politico. E ciò ancor di più se quello specifico amministratore ha, tra le sue deleghe, proprio quella in materia di traffico acqueo. Ergo, Luigi Brugnaro, anche se non sarebbe stato lui a condurre la barca che era comunque di sua proprietà, pur se usata per fini istituzionali senza gravare sulle spese del Comune («e di questo gli va dato atto» precisa Davide Scano).
L'ACCESSO AGLI ATTI
Una notizia troppo succosa per non cercare di andare a fondo sulla vicenda, così il pentastellato - è il 16 giugno 2016 - presenta un'istanza di accesso agli atti per avere copia di tutti i verbali di contravvenzione elevati il 27 maggio 2016, dalle 15.30 alle 16.30, dalla pattuglia dei vigili che si trovava in Punta della Dogana. Passano però inutilmente i 7 giorni lavorativi previsti per avere una risposta dal comandante Marco Agostini. «Ho lasciato decorrere anche il termine più ampio di 30 giorni previsto per ogni procedimento amministrativo di accesso agli atti - spiega Davide Scano - e non è neppure servito il sollecito inviato per conoscenza al segretario comunale Silvia Asteria». Agostini si fa vivo con una risposta solo 78 giorni dopo, «ma riportando solo alcuni dati dei verbali riguardo alla tipologia dei natanti e alle norme violate - scrive Scano nell'esposto - con evidente pregiudizio alla mia attività politico-istituzionale per l'aver arbitrariamente deciso di sottrarre una parte dell'attività amministrativa al controllo consiliare, a tutto vantaggio dell'amministratore coperto».
LA DENUNCIA

Oltre ad Agostini, Scano chiama in causa il segretario comunale Asteria («che avrebbe dovuto rispondere come sostituto del direttore generale vista la mancanza di Agostini») e il vice segretario Francesco Vergine, chiamato in causa dallo stesso comandante: Gli atti forniti al consigliere Scano sono conformi alle indicazioni del dottor Vergine. Sarà ora la Procura a decidere se procedere per l'omissione di atto d'ufficio sostenuta da Scano, il quale cita il precedente di un segretario comunale già condannato (anche in Cassazione) per non aver fornito gli atti ad un consigliere. «I casi sono due - conclude Scano -. O i dirigenti comunali non conoscono le leggi, e allora vanno rimossi, oppure volevano insabbiare questa vicenda».
Fulvio Fenzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino