Il loro obiettivo non erano i soldi

Il loro obiettivo non erano i soldi
Ha aperto la porta d'ingresso, ha fatto un passo dentro, acceso la luce delle scale e i due banditi le sono stati addosso. L'hanno immobilizzata, tirandole i capelli e...

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Ha aperto la porta d'ingresso, ha fatto un passo dentro, acceso la luce delle scale e i due banditi le sono stati addosso. L'hanno immobilizzata, tirandole i capelli e bloccandole le mani: poi le hanno mollato un violento ceffone e uno dei due aggressori ha tirato fuori un coltello che ha brandeggiato minacciosamente verso la giovane romena. Il fatto è avvenuto ieri verso le 3 del mattino in piazzale D'Annunzio, nel cuore di Rovigo. Ci sono scappati anche due tagli, non gravi, due fendenti fortunatamente poco profondi. Non è chiaro se i due sconosciuti volessero effettivamente colpire la ragazza o se le due ferite siano il frutto della sua reazione. La 27enne, che lavora in un locale pubblico aperto fino a tarda ora, ha infatti lottato. Secondo una prima ricostruzione, dopo che ha riportato una ferita all'addome e una al polso, i due aggressori l'hanno buttata per terra e sono scappati a piedi.

Di sicuro non era un tentativo di rapina. Alla vittima non sono stati portati via né i soldi né il cellulare. Proprio quest'ultimo è stato usato per dare l'allarme a un amico, che è accorso e ha chiamato la polizia. Portata in ospedale, la 27enne è stata dimessa con una prognosi di cinque giorni.
Tutto da ricostruire il movente dell'aggressione, così come la possibile identità dei due responsabili. Pare parlassero in italiano, ma tra di loro l'avrebbero apostrofata impiegando termini volgari albanesi. Una delle parole comprese dalla giovane prima di essere buttata a terra è stata "soldi". Come detto nessun indizio che possa portare a un tentativo di rapina. Appare del resto anche abbastanza inverosimile che i due intendessero fare davvero male alla vittima: tra preponderanza numerica, effetto sorpresa e il possesso di un'arma volendo non avrebbero avuto alcuna difficoltà.

La loro azione pare avere piuttosto i connotati di una intimidazione. Le indagini sono in corso, affidate agli esperti investigatori della Squadra mobile guidati dal vicequestore aggiunto Bruno Zito.
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Il Gazzettino