IL LOCALE VITTORIO VENETO «Senza tavoli e coperti non si sarà la ripartenza,

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IL LOCALE

VITTORIO VENETO «Senza tavoli e coperti non si sarà la ripartenza, ma solo la lenta morte». Il ristorante Antica Vittorio è pronto per la riapertura annunciata per lunedì. Dal primo maggio, dopo la chiusura scattata l'11 marzo un giorno prima rispetto al dpcm, il ristorante di Porta Cadore ha riaperto con servizio d'asporto e da lunedì 11 maggio anche con il servizio mensa a pranzo per alcune ditte già convenzionate. Prima della pandemia il ristorante con specialità pesce, aperto nel 2003 dalla famiglia Perin e composto da due sale ed una veranda, aveva a disposizione 140 coperti. Ora, ma si aspettano le linee guida ufficiali, potrà averne solo un terzo. «Attendiamo le indicazioni per capire bene come poter riaccogliere da lunedì i nostri clienti afferma il titolare Ronny Perin -. Al momento abbiamo distanziato i tavoli di un metro e mezzo. Indossiamo guanti e mascherina, così pure in cucina. Abbiamo previsto un'entrata ed un'uscita distinte. Lunedì abbiamo accolto le prime ditte convenzionate, una per sala: nella sala grande abbiamo fatto sedere sei persone, nella piccola, che solitamente ne tiene 50, solo tre. Abbiamo fatto due turni e tra uno e l'altro abbiamo provveduto a sanificare la sala e ad arieggiarla. L'Inail parla di quattro metri quadrati per postazione, ma ho colleghi che, con il poco spazio, non so se riusciranno ad aprire. Pare che i pannelli non servano, ma attendiamo al più presto le indicazioni per la riapertura di lunedì». Al momento il ristorante lavora per l'asporto con la sola gestione famigliare, mentre i sei dipendenti sono in cassa integrazione. «Mio papà è in cucina, io mi occupo delle pizze e mia mamma sta alla cassa. Stiamo lavorando al 20% delle nostre possibilità. L'asporto funziona in maniera discreta proprio perché siamo a gestione famigliare e ci permette di tamponare le spese che in questi mesi sono rimaste costanti, come le utenze». La chiusura ha inciso molto sul bilancio del ristorante, perché è stato perso il periodo dell'anno più redditizio, con cresime, comunioni e matrimoni. «Spero che i clienti piano si diano coraggio e tornino a frequentare il ristorante, ma ciò avverrà in modo graduale. Sicuramente dovranno prenotare, così da poterli collocare nel modo più adeguato. Andremo ad eliminare molti posti a sedere, ma faremo più turni. Noi ce la metteremo tutta e confidiamo nella nostra clientela storica. Tutti noi ristoratori conclude vogliamo lavorare e lavoreremo per la sicurezza, nostra e dei clienti».

Claudia Borsoi
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Il Gazzettino