IL LIBRO C'è chi ha attraversato le montagne con gli elefanti (Annibale)

IL LIBRO C'è chi ha attraversato le montagne con gli elefanti (Annibale)
IL LIBROC'è chi ha attraversato le montagne con gli elefanti (Annibale) e chi con una flotta di galee e naviglio minore (i veneziani), ma mentre la prima impresa è patrimonio...

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IL LIBRO
C'è chi ha attraversato le montagne con gli elefanti (Annibale) e chi con una flotta di galee e naviglio minore (i veneziani), ma mentre la prima impresa è patrimonio della conoscenza comune, della seconda si è persa la memoria. Eppure è stato un avvenimento epico, una specie di meraviglia quando, nel 1439, la flottiglia con il vessillo di San Marco è risalita lungo l'Adige, ha attraversato le montagne e ha fatto vela nel lago di Garda. Si tratta di un episodio delle lunghe guerre che hanno opposto la repubblica di Venezia in quegli anni non ancora definita Serenissima al ducato di Milano. L'impresa è stata ricostruita da Ettore Beggiato nel suo recente libro Galeas per montes. Navi attraverso i monti, pubblicato da Editrice Veneta. È il 1436 e scoppia la nuova guerra tra Venezia e Milano. Una flottiglia con le insegne del biscione incrocia nelle acque del Garda, mentre nel lago non sono presenti navi con il vessillo del leone. I viscontei hanno occupato anche Peschiera e Desenzano, quindi l'unica via rimasta libera è quella a nord, attraverso Torbole. E qui arriva un'impresa che ha del leggendario. La flotta veneziana risale l'Adige, ma oltre Verona il fiume è povero di acque e quindi bisogna applicare galleggianti alle navi per diminuirne il pescaggio. Quando la squadra raggiunge Rovereto deve uscire dall'acqua e cominciare a inerpicarsi per i monti. Vengono radunati oltre duemila buoi, aggiogandone ben 120 per ogni galea; ingegneri, operai, guastatori, sgomberano massi, costruiscono ponti, spianano strade. Vengono tagliati migliaia di alberi per farvi rotolare sopra gli scafi.

LO SFORZO

Le navi utilizzano le acque del laghetto di Sant'Andrea per percorrere quel tratto del cammino. All'uscita le navi transitano lungo un fiumiciattolo che viene fatto diventare una strada gettando nel letto massi, terra, alberi con tutte le radici. Da lì vengono issate sul monte Baldo. Una volta giunte in cima, ecco Torbole ai loro piedi. Il fianco del monte è scosceso, gli scafi vengono legati ad alberi e massi e fatti scendere lentamente grazie ad argani. Comunque dopo un paio di settimane di durissimi sforzi, la flotta con il vessillo di San Marco entra nelle acque del lago di Garda. L'impresa desta meraviglia. La flotta comandata da Pietro Zen si scontra con le navi milanesi a Maderno il 29 settembre 1439 e viene sconfitta. L'anno successivo i veneziani mettono di nuovo in acqua una flotta nel lago di Garda e vincono: il 10 aprile 1440 le navi al comando di Stefano Contarini sbaragliano la flotta viscontea e assumono il controllo del lago. Brescia si libera dall'assedio e il leone di San Marco sventolerà sulle rive del Garda fino alla caduta della repubblica.
A.M.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino