IL LIBRO Bisognerà pensare a quella dell'Adriatico come ad una nuova cultura.

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IL LIBRO
Bisognerà pensare a quella dell'Adriatico come ad una nuova cultura. Una cultura con la C maiuscola, mobile e cangiante, che comincia a svilupparci già 8mila anni come testimoniano scambi di ossidiana dall'isola siciliana di Lipari fino alla Dalmazia. Quella Dalmazia dove nel 5600 a.C. nasce un stile di ceramiche chiamato Danilo che si diffonde contemporaneamente nell'Adriatico Orientale. Quel mare - culla di una koinè quasi comune dalla quale si diffondo tante civiltà è anche testimone delle prime chiese cristiane in una dimensione che supera ogni immaginazione. E che si ritrova, per la prima volta, in un libro compilato (non è pedanteria questa parola, vedremo) da due tenacissimi e noti studiosi e architetti veneziani, Guido Rossi e Gianna Sitran.

NEI BALCANI
Il lavoro è Crocevia Adriatico, Cierre edizioni, 49 ; ed è così stupefacente ed esaltante che lo psicanalista Antonio Alberto Semi, nella prefazione scrive: Si arriva (o si parte dalla) Albania e si risale in Dalmazia, in Bosnia e poi, all'improvviso, si può saltare nel grande misterioso Sud dell'Italia. Ma si può anche partire dall'Istria e giungere a Spalato e poi passare da là e trovarsi in centro-Italia che, per quanto ci possa sembrare incredibile, è ancora in parte sconosciuto. Con viaggi di questo tipo, effettuati in primo luogo utilizzando le diverse sezioni del volume, ho provato uno strano sentimento fatto di spaesamento e di riconoscimento.
Queste pagine, che trattano delle costruzioni cristiane nei secoli IV-XI ci permettono di entrare e uscire nel labirinto di croci greche, croci latine, piante centrali, presbiteri, ortodossia ed eresie. A guardare la mappa degli edifici del cristianesimo nascente, circa mezzo millennio prima della Serenissima, si vede in filigrana il tempo che sarò poi della Dominante Venezia, ma anche una contemporaneità flebile solo per colpa delle nostre distrazioni. Un capolavoro, a suo modo con centinaia (migliaia) di foto e disegni. Disorientante. Indispensabile per capire da dove veniamo.

Adriano Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino