Il Green pass al via l'Italia non si ferma Draghi: è andata bene

Il Green pass al via l'Italia non si ferma Draghi: è andata bene
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LA GIORNATA
ROMA Tanto tuonò che non piovve. Nessun venerdì nero nel giorno dell'entrata in vigore del Green pass in tutti i posti di lavoro e per 23 milioni di occupati (a partire dal premier Mario Draghi che lo ha mostrato stamane entrando a Palazzo Chigi) e l'Italia ha funzionato come negli altri giorni: i treni hanno viaggiato, gli autobus hanno trasportato i pendolari, gli uffici pubblici hanno aperto i battenti, e si contano sulle mani le linee di montaggio (fra le quali però c'è la Ferrari) che hanno sospeso la produzione. Persino la richiesta di tamponi, molto più alta del normale, è stata soddisfatta senza grandi problemi. Per il presidente di Confindustria carlo Bonomi, ha prevalso il senso di responsabilità.

Se si fosse giocato a tennis, la partita fra il governo e i No Green Pass sarebbe finita sul 6 a 0 per Palazzo Chigi se non fosse per l'esplosione dell'assenteismo testimoniata dall'impennata dei certificati di malattia inviati all'Inps.
NESSUN TRIONFALISMO
Lo staff di Mario Draghi non ha mostrato trionfalismo ma è trapelata una certa dose di soddisfazione del premier di fronte al buon funzionamento del Paese, condita dalla serenità assicurata dallo svolgimento tutto sommato ordinato, democratico e persino festoso di decine di manifestazioni.
Alla fine della giornata resta sul tappeto la disponibilità del governo a valutare un aumento del credito d'imposta per le aziende che hanno deciso o decideranno di pagare i tamponi agli irriducibili no vax. Ma non sono previste su questo fronte decisioni imminenti mentre il ministero della Salute ha deciso di accettare come validi i vaccini Pfizer, Moderna, AstraZeneca e J&J fatti da cittadini italiani all'estero. I partiti, in primis la Lega, hanno detto di voler cambiare il testo del decreto che istituisce l'obbligo del pass.
Ma torniamo alle proteste. Si sono svolte in tutt'Italia decine di micro-manifestazioni, oltre a Trieste la più affollata è stata quella di Roma, con una partecipazione di alcune migliaia di persone, ma di blocchi e di disastri neanche l'ombra.
Un flop dunque? Una maxi-burla, come ha detto il presidente del porto di Trieste? Nella guerra delle parole i No Green Pass hanno ottenuto uno spazio enorme e ne sono felici. Ma secondo la grande maggioranza degli osservatori hanno mostrato per l'ennesima volta pochezza strategica e frammentazione anarchica. Quanto avvenuto ieri conferma la marginalità dei No Green Pass di fronte ai 46 milioni di vaccinati che fanno degli italiani uno dei popoli più seriamente impegnati nella guerra contro il Covid-19, come ha riconosciuto ieri anche il New York Times. Non a caso a Palazzo Chigi si accarezza l'idea di portare al 90% la quota di vaccinati.

La protesta - pacifica e persino abbellita dal dono di mazzi di fiori ai poliziotti - ha così preso una piega anomala e dolce. In alcuni momenti le televisioni, che hanno seguito le proteste per tutta la mattina in diretta, sembravano trasmettere un evento che aveva i tratti di una maxi-festa di liceali in cerca di un baricentro.
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Il Gazzettino