Il governo: l'Europa ha capito e sulla flessibilità ci dà ragione

Il governo: l'Europa ha capito e sulla flessibilità ci dà ragione
LO SCENARIOROMA A Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia si ostenta la massima tranquillità. La lettera di «chiarimento» ricevuta dall'Europa e firmata dal Commissario agli...

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LO SCENARIO
ROMA A Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia si ostenta la massima tranquillità. La lettera di «chiarimento» ricevuta dall'Europa e firmata dal Commissario agli affari monetari Pierre Moscovici, e dal vice presidente Valdis Dombrovskis, è vista quasi come un «atto dovuto».

LE CORREZIONI
Soprattutto perché, come ha confermato ieri lo stesso Moscovici, dall'Europa non è arrivata nessuna richiesta di modifica all'impianto della manovra disegnato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Anzi, viene riconosciuto all'Italia una corretta interpretazione della flessibilità.
Ci sono certo, delle richieste di chiarimento, soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto deficit strutturale e i proventi dalla lotta all'evasione. Sul primo punto le regole europee impongono una correzione di 0,6 punti percentuali. La manovra presentata dall'Italia a Bruxelles peggiora il saldo dello 0,1 per cento. Gualtieri e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, avranno però gioco facile a giustificare lo scostamento. L'attuale governo è entrato in carica soltanto a settembre e, in poche settimane, ha dovuto preparare una manovra correttiva che partiva dalla necessità di trovare 23 miliardi di euro per disinnescare le clausole Iva. Difficile mantenere i saldi con una montagna del genere da scalare. Non solo. L'economia, come dimostrano le ultime previsioni, è in forte rallentamento. Il 2019 si chiuderà con un Pil praticamente fermo. A bocce ferme, senza nessun intervento, il prodotto interno il prossimo anno non andrà oltre lo 0,4% del Pil. La sterilizzazione dell'Iva e l'intervento da 3 miliardi di euro sul cuneo fiscale, servono insomma ad entrare preparati in un anno che dal punto di vista della crescita rischia di essere negativo. Lasciar aumentare l'Iva avrebbe insomma avuto uno di quegli effetti pro-ciclici contro i quali anche la Commissione ha iniziato a battersi. A giustificare lo scostamento e la richiesta di flessibilità, oltre al rallentamento dell'economia, ci sono anche altri fattori. Come le spese straordinarie per la ricostruzione del Ponte Morandi e quell del terremoto. Un capitolo a parte, poi, è costituito dal piano di investimenti green che il governo intende implementare nei prossimi anni, e per i quali è previsto un impegno di 50 miliardi di euro, 11,5 dei quali soltanto nel prossimo triennio.
Nella lettera di risposta che sarà inviata oggi verranno anche meglio dettagliate alcune coperture. Soprattutto i proventi della lotta all'evasione che per il premier Conte rappresentano il fiore all'occhiello della manovra. A differenza di quanto si pensava all'inizio, i miliardi che il governo pensa di incassare, e che sono stati messi in bilancio, sono poco più di tre e non sette. A pagina dieci del Documento c'è un elenco che verrà ancor meglio dettagliato sottolineando che le stime di incasso sono state riportate con la cifra della forbice più bassa o media. Un finanziatore non da poco della manovra è stato lo spread. Nella lettera ciò verrà sttolineato, visto che si tratta di 6 miliardi recuperati in pochi mesi dopo la fine del governo gialloverde A sostenere il tutto anche il «fiscal stance», la posizione di bilancio pro-crescita concordata all'Eurogruppo del 9 ottobre.
LA SPESA
Nella maggioranza, dopo giorni di tensione, il quadro sembra essersi ricomposto anche se in Parlamento non sono escluse sorprese. Ma il ministro dell'Economia Gualtieri ha dalla sua il voto unanime che ha ottenuto la nota di aggiornamento al Def che fissa i saldi della manovra. Ogni correzione o aumento di spesa dovrà quindi avvenire trovando le necessarie coperture.

Andrea Bassi
Marco Conti
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Il Gazzettino