Il governo accelera per approvare il decreto salva banche venete prima della fine di luglio. Ieri all'ora di pranzo, Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Tesoro, sarebbe...
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La commissione ha stabilito il calendario dei lavori: entro le ore 18 di lunedì 3 luglio sarebbe fissato il termine per presentare gli emendamenti. Il maxi-decreto contenente garanzie e contributi pubblici per 17 miliardi complessivi dovrebbe atterrare in aula a Montecitorio probabilmente lunedì 10 in modo da essere votato entro la fine di quella settimana. Il calendario prevede che possa essere trasferito al Senato venerdì 14 o al massimo lunedì 17 per ottenere la conversione definitiva martedì 25, diventando legge. In questo modo si disinnesca la condizione risolutiva posta da Intesa Sp di tirarsi fuori dal salvataggio in caso di mancata approvazione del provvedimento o di modifiche sostanziali che dovessero rendere onerosa l'operazione.
Sul piano operativo procede speditamente l'integrazione degli oltre 900 sportelli delle due venete e delle altre attività e passività rilevate. Di questi sportelli 600 saranno chiusi entro il 30 giugno 2019: è uno degli impegni assunti con la Dg Comp della Ue in cambio del via libera. I 600 sportelli saranno scelti all'interno del perimetro allargato, cioè considerando anche le filiali targate Intesa Sp nel triveneto. La scelta avverrà dopo un'attenta analisi riguardante la convenienza economica. Si guarderà infatti ai rapporti giuridici sottostanti le filiali, se cioè sono di proprietà o in locazione e in quest'ultimo caso i canoni e le scadenze in funzione comunque della posizione geografica.
Il salvataggio continua comunque a ricevere apprezzamenti sul mercato. Il titolo Intesa Sanpaolo anche ieri è andato meglio dell'indice generale Ftse Mib, guadagnando il 2,03% collocandosi a 2,81 euro.
Intanto Bper rimette in discussione la possibile acquisizione di parte delle quote del 39,8% complessivo di Arca, rimaste in pancia alle vecchie banche in liquidazione. «Dobbiamo rifare i conti, perché in questo momento è cambiato lo scenario», ha detto l'ad della banca con sede a Modena Alessandro Vandelli, uscendo dall'Italian ceo conference di Mediobanca. Bper è il primo azionista della società del risparmio gestito con il 32,7%, seguito da Popolare Sondrio (21,1%). Fino a poco prima del salvataggio in extremis, Modena e Sondrio puntavano a chiudere l'acquisizione entro fine giugno.
r. dim.
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Il Gazzettino