Il giudice sblocca la Pedemontana

Il giudice sblocca la Pedemontana
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La piantagione di kiwi biologici non rischia di morire di sete a causa del passaggio della Pedemontana. È questa la motivazione che ha aperto le porte alla ripresa dei lavori per la costruzione della superstrada all'altezza del Bosco della Speranza di San Vito di Altivole. Qui i cantieri erano stati sospesi all'inizio dello scorso dicembre dopo il decreto emesso dal tribunale di Treviso in seguito all'accoglimento della sospensiva avanzata da Giuseppe Piccolotto, titolare dell'omonima azienda agricola, nonché padre di Osvaldo, uno dei referenti del comitato contro la Pedemontana.

I TIMORI
Piccolotto aveva lamentato che i lavori di sbancamento per la superstrada avrebbero potuto compromettere le linee di adduzione dell'acqua per l'irrigazione dei suoi kiwi, mettendo a rischio l'intera piantagione. Ma adesso, dopo mille battaglie legali e verifiche tecniche, lo stesso tribunale ha revocato la sospensiva con sentenza definitiva. Non solo. Piccolotto dovrà anche pagare le spese legali, pari a quasi 4mila euro, a Superstrada Pedemontana Veneta Spa. Il concessionario Spv e il subappaltatore Costruzioni generali Sant'Angelo Srl possono riaprire i cantieri a San Vito di Altivole. Non l'hanno ancora fatto. Ma è solamente una questione di tempo.
LA RIPRESA
«Superstrada Pedemontana Veneta e il subappaltatore hanno disposto l'immediata ripresa dei lavori fanno sapere dalla Regione il concessionario congiuntamente con la struttura di progetto Superstrada Pedemontana Veneta stanno valutando come recuperare i sei mesi di stallo imposto a causa dell'azione giudiziaria proposta dal privato». In questo tempo il concessionario ha sottolineato che la porzione di piantagione di kiwi interessata dalle lavorazioni era marginale rispetto all'intera area di coltivazione. Spv ha poi assicurato di aver fatto tutto il possibile per risolvere ogni possibile interferenza. Il nodo sarebbe stato in particolare superato con la posa di una nuova condotta già nel novembre dell'anno scorso. Da qui la decisione del tribunale di far riaprire i cantieri.
LA PERIZIA
«Non si può che prendere atto dei rilievi e delle conclusioni del consulente tecnico d'ufficio si legge nell'ordinanza nella parte in cui evidenzia l'esistenza di quattro prese di adduzione dell'acqua a nord del tracciato della superstrada e una a sud, cui i ricorrenti possono agevolmente allacciarsi senza particolari impedimenti o difficoltà, e svolge una prognosi ampiamente favorevole alla concreta possibilità che sia assicurata la normale irrigazione della piantagione di kiwi del ricorrente, ferma la necessità di ordinari interventi di manutenzione e riparazione». «Non vi sono quindi ragioni che possano ulteriormente giustificare la sospensione dei lavori prodromici alla realizzazione dell'importante opera infrastrutturale», si aggiunge.
LA REAZIONE

Via libera alla Pedemontana, quindi. Ma Osvaldo Piccolotto non ci sta e annuncia una nuova battaglia. «Non ha alcun senso - ribatte nonostante i fatti siano eclatanti, siamo costretti a pagare quasi quattromila euro. Non ci fermeremo. Adesso ci rivolgeremo al Consiglio superiore della magistratura chiedendo l'immediata sospensione della sentenza contrattacca non so se qualcuno ha suggerito questa sentenza. Fatto sta che non sta né in cielo né in terra la condanna alla rifusione delle spese di procedimento». «Ci sono delle palesi contraddizioni. A cominciare dal fatto che si dice che il problema dell'irrigazione è stato risolto già in novembre quando gli scavi sono iniziati solo a dicembre conclude dalle segnalazioni che ci arrivano deduciamo che non si tratta di un fatto isolato. Per questo posso assicurare che ora andremo fino in fondo».
Mauro Favaro
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Il Gazzettino