Non concedono tregua gli incendi che stanno devastando l'Italia, in un luglio tra i più secchi di sempre: brucia ancora Roma, brucia anche Milano, bruciano migliaia di ettari in...
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La prova è nell'ennesima giornata difficile vissuta da Roma, già alle prese con il rischio razionamento dell'acqua a causa della siccità. A distanza di meno di una settimana, la pineta di Castelfusano è di nuovo in fiamme, un incendio minore di quello di qualche giorno fa ma anche questo frutto della mano di qualcuno, tanto da spingere Virginia Raggi a chiedere l'aiuto di palazzo Chigi. Altri roghi sono poi divampati sulla Tiburtina, sulla Salaria e sulla Tuscolana, costringendo a chiudere due svincoli del Grande raccordo Anulare, anche se a preoccupare di più è l'incendio scoppiato all'Eur, zona a sud della capitale, partito da un cumulo di rifiuti ed estesosi ad un cantiere nautico che si occupa di manutenzione di piccole imbarcazioni: la nube nera che si è alzata potrebbe contenere sostanze tossiche, dopo che il fuoco ha divorato pneumatici, frigoriferi abbandonati e rifiuti contenenti eternit.
E brucia anche il Gargano - proprio nell'anniversario del devastante rogo di 10 anni fa in cui morirono 3 persone tanto che il presidente pugliese Emiliano ha chiesto alle forze di polizia un «approfondimento investigativo» - e la Gallura, dove c'è la massima allerta a causa del maestrale. Fiamme pure a Milano, dalla serata di lunedì. A prendere fuoco, per cause ancora da accertare, è stata un'azienda di stoccaggio di rifiuti al centro di una zona residenziale nella periferia nord della città. Con un quartiere che da ieri, a seconda del vento, è completamente avvolto da una nube di fumo denso e bianco. «Non risultano situazioni pericolose per la salute» ha garantito il Comune al termine di una riunione con i tecnici di Ats, Arpa e vigili del fuoco, sottolineando però che il monitoraggio è costante in quanto ci vorranno ancora 15 ore affinché termino le bonifiche e la produzione di fumi. Intanto scoppia la polemica tra la Protezione Civile e il Dipartimento dei vigili del fuoco da un lato e il presidente della Sicilia Rosario Crocetta dall'altro. Ad innescarla le parole di quest'ultimo in Commissione al Senato: lo Stato, ha detto, ci ha abbandonato. Crocetta, attacca Fabrizio Curcio, «continua a non voler comprendere il contenuto di una norma che esiste da 17 anni» e che stabilisce che spetta alla Regioni occuparsi di lotta agli incendi, insistendo nel «cercare di coprire inefficienze regionali con fantomatiche mancanze statali».
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Il Gazzettino