Il fisco italiano, l'ha certificato Confindustria, è il peggiore del mondo.

Il fisco italiano, l'ha certificato Confindustria, è il peggiore del mondo.
Il fisco italiano, l'ha certificato Confindustria, è il peggiore del mondo. Non solo per l'esosità del prelievo, ma anche per la spietata farraginosità delle scadenze. Tra...

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Il fisco italiano, l'ha certificato Confindustria, è il peggiore del mondo. Non solo per l'esosità del prelievo, ma anche per la spietata farraginosità delle scadenze. Tra versamenti Iva, anticipi e saldi Irpef, Imu e Tasi, non c'è mese dell'anno che si salvi dall'idrovora nazionale. Ebbene no, un mese c'è: è agosto. Perché a fine agosto, massimo i primi di settembre, arrivano i rimborsi Irpef. Per una volta, il corso s'inverte e il fiume di denaro che normalmente va dagli italiani all'Erario prende la direzione opposta: quest'anno sono quasi venti miliardi - praticamente una Finanziaria - che rientrano nelle tasche dei contribuenti italiani, e quindi nell'economia reale.

I rimborsi arriveranno nelle nostre tasche con gli stipendi di agosto e, per i pensionati, il primo di settembre. L'importo è in costante crescita: negli anni della crisi, premuti da un fisco sempre più rapace, gli italiani tentano di alleggerire il carico sfruttando tutte le opportunità. Bonus ristrutturazioni, spese mediche, interessi sul mutuo per la casa, assicurazioni sulla vita, erogazioni a Onlus. Anche chi in precedenza non si curava di mettere da parte gli scontrini delle farmacie o le ricevute delle visite mediche, ora lo fa e chiede puntualmente il rimborso. Nel 2011, i rimborsi ottenuti dai contribuenti erano poco più di 15 miliardi. Nel 2015 hanno superato i 19 miliardi e i rimborsi sui redditi 2016, quelli che incasseremo tra pochi giorni, toccheranno i 20 miliardi. La media nazionale è 950 euro per contribuente. Cinque anni fa era 840 euro.
La distribuzione geografica dei rimborsi riflette naturalmente il diverso contributo che le varie Regioni danno al fisco nazionale, la diversa diffusione del lavoro regolare, e anche la diversa lealtà fiscale dei contribuenti: chi i lavori li ha fatti in nero, evidentemente, non può chiedere il bonus sulla ristrutturazione di casa.
Non stupisce quindi di trovare nella parte alta della classifica le regioni del Nord: Sudtirolo, Trentino, Val d'Aosta e Lombardia hanno una media di rimborsi Irpef superiore ai mille euro per contribuente. Un filo sotto l'Emilia Romagna con 980 euro, seguita da Veneto, Liguria e Lazio con 970 euro. Il Friuli è appena sotto, con 920. In coda troviamo la Sicilia e la Basilicata, con appena 760 euro per contribuente. E poi Molise, Calabria, Puglia, con 780.

Complessivamente, tuttavia, ben 21 milioni di contribuenti, oltre la metà del totale, chiude la propria dicharazione dei redditi in credito col Fisco. E più è alto il reddito, più aumentano - ovviamente - i rimborsi richiesti per spese mediche o bonus ristrutturazione. È vero che due terzi del rimborso complessivo (circa 13 miliardi) va ai redditi tra 12 e 50mila euro. Ma solo perché in quella fascia di redditi si colloca il grosso dei contribuenti italiani. Le fasce di reddito alte, pur numericamente meno importanti, incassano rimborsi medi più alti: dagli oltre 2.000 euro per chi dichiara redditi fra 60.000 e 70.000 euro annui fino al picco di 15.000 euro di credito per i 16.000 cittadini con oltre 300.000 euro di reddito.
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Il Gazzettino