IL DOSSIER ROMA Si complica sempre di più la gestione del dossier pensioni

IL DOSSIER ROMA Si complica sempre di più la gestione del dossier pensioni
IL DOSSIERROMA Si complica sempre di più la gestione del dossier pensioni alte. Il testo originario voluto fortemente dal Movimento Cinque Stelle, che prevedeva un taglio...

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IL DOSSIER
ROMA Si complica sempre di più la gestione del dossier pensioni alte. Il testo originario voluto fortemente dal Movimento Cinque Stelle, che prevedeva un taglio dell'assegno proporzionale agli anni di anticipo con cui era stato conseguito, potrebbe finire sul binario morto travolto dai dubbi di costituzionalità e dalle forti riserve della Lega Nord. Il governo sta già lavorando per inserire nella legge di Bilancio un meccanismo di raffreddamento della rivalutazione dei trattamenti più alti, che avrebbero quindi un recupero solo limitato dell'inflazione. Ed ora potrebbe concretizzarsi anche il ricorso ad un altro meccanismo già adottato in passato, il contributo di solidarietà a tempo, che avrebbe ugualmente l'effetto di decurtare la pensione lorda. Le due strade potrebbero essere alternative, ma è anche possibile che vengano percorse insieme, per arrivare ad ottenere risparmi significativi.

I RISPARMI
Proprio sul punto dei risparmi si è intrattenuto anche il presidente dell'Inps Boeri, spiegando che il disegno di legge del Movimento Cinque Stelle potrebbe assicurare al massimo 150 milioni l'anno. Per arrivare ai circa 300 annunciati da Luigi Di Maio - ha fatto notare Boeri - occorrerebbe applicare il taglio non alle pensioni sopra il 90 mila euro lordi l'anno, ma scendere fino ai 78 mila. In alternativa, si potrebbe pensare a dimezzare il recupero dell'inflazione per gli assegni fino a 2.500 euro lordi al mese, ovvero una soglia molto più bassa.
LA CONSULTA
Il contributo di solidarietà era stato applicato già negli anni tra il 2014 e il 2016, per decisione del governo Letta. Lo schema prevedeva un taglio del 6 per cento sulla quota di pensione al di sopra di 14 volte il trattamento minimo Inps (circa 91 mila euro) del 12 per cento sulla quota oltre 20 volte il minimo (circa 130 mila e euro) e del 18 per cento sopra le 30 volte (195 mila euro circa). Questo intervento, anche se piuttosto pesante, fu giudicato legittimo dalla Corte costituzionale anche perché temporaneo.

Intanto, a proposito del pacchetto pensioni, il sottosegretario al Lavoro Durigon ha confermato che «sarà mantenuta l'Ape social per i lavori usuranti». Questa misura introdotta dal governo Renzi - ha spiegato il sottosegretario - «non ha avuto il tiraggio immaginato», ovvero è stata usata meno di quanto previsto. In pratica sono stati usati circa 500 milioni; data la concomitanza con l'uscita di quota 100 che tocca in parte la stessa platea, il prossimo anno potrebbe essere previsto un importo di circa 100 milioni.
L. Ci.
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Il Gazzettino