IL DOPO-BREXIT BRUXELLES Non è allarmato il ministro dell'economia Pier

IL DOPO-BREXIT BRUXELLES Non è allarmato il ministro dell'economia Pier
IL DOPO-BREXITBRUXELLES Non è allarmato il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan per gli effetti sul bilancio Ue 2021-2027 della Brexit che creerà un buco di 12-13 miliardi...

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IL DOPO-BREXIT
BRUXELLES Non è allarmato il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan per gli effetti sul bilancio Ue 2021-2027 della Brexit che creerà un buco di 12-13 miliardi l'anno. «Ho letto delle cifre fantasiose per l'Italia, inviterei tutti a ragionare sulle linee guida qualitative del bilancio Ue, poi metteremo i numeri, ora è troppo presto, stiamo facendo i conti per vedere qual è l'implicazione concreta dell'uscita del Regno Unito». Il ministro raffredda le preoccupazioni: «Non dimentichiamo che va eliminato il pagamento dello sconto al Regno Unito, non ci sono solo voci negative». Per colmare il buco britannico la quota teorica dell'Italia sarebbe di circa 1 miliardo in più all'anno in più, però va scontato lo sconto sul contributo alla Ue concesso a Margareth Thatcher nel 1984, che dal 2007 al 2015 ha raggiunto 38,5 miliardi. Per il 2014-2020 Germania, Olanda, Svezia e Austria hanno ottenuto di versare un quarto di quanto dovuto per compensare il favore a Londra e ciò ha reso più alta la quota di Francia e Italia.

LE PROSPETTIVE
Con la Brexit tutto questo sparirà. Non solo. Il commissario Ue al bilancio Guenther Oettinger, parlando alla conferenza comunitaria sul bilancio Ue che si è aperta ieri a Bruxelles, ha sì usato toni forti indicando che «occorrerà fare certamente alcuni sacrifici, ci saranno dei tagli in certi grandi programmi e si tratterà di colpi impressionanti». Però ha chiarito che la proposta di bilancio da presentare a maggio si fonderà sulla compensazione del buco britannico per metà con risparmi di spesa e per l'altra metà con entrate fresche. Ecco perché è presto per fare delle cifre. Non è chiaro il quadro di riferimento: il bilancio Ue vale circa l'1% del pil (circa mille miliardi di euro) e Bruxelles ritiene necessario aumentarlo superando almeno l'1,1%. Non ci saranno tagli a programmi Erasmus e ricerca, i risparmi si faranno anche su coesione e agricoltura. Il presidente Juncker ha assicurato: niente «tagli sanguinosi». Il ministro Padoan, sostenuto dal neopresidente Eurogruppo Centeno, rilancia il tema dei «beni pubblici europei»: immigrazione innanzitutto, poi sicurezza e Difesa comuni, investimenti. Devono trovare spazio adeguato nel bilancio Ue. «Per l'immigrazione l'Italia sta fornendo a proprie spese un bene pubblico perché ne è convinta ed è nell'interesse del Paese e dell'Europa nel suo complesso: è importante ci sia un riconoscimento anche a livello finanziario di questo, il nuovo bilancio Ue deve essere orientato nel senso di un finanziamento di missioni, di beni pubblici che servono a tutti gli europei», dice Padoan. E per trovare spazi nel bilancio si faccia pure una spending review in Europa.

Antonio Pollio Salimbeni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino