Il diluvio che cambiò il Polesine

Il diluvio che cambiò il Polesine
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LA PRESENTAZIONE
«Questo era il Po, amico fiume di casa nostra». Sono forti, ancora impresse nella memoria di molti, le parole del giornalista Guido Notari, citate presentando I Giorni del Diluvio. Il Polesine e la Grande Alluvione del 1951(editore Biblioteca dell'Immagine) , il testo di Francesco Jori, realizzato in occasione dei 70 anni dalla grande alluvione del Polesine, presentato ieri a Palazzo Roncale, dov'è allestita la mostra La grande alluvione, aperta al pubblico fino al 30 gennaio.

«Il libro ha detto l'autore è una sorta di inchiesta giornalistica che ha comportato la raccolta di dati e di testimonianze dirette. Gli elementi salienti, che si avvalgono di vari contributi, tracciano il quadro del territorio sin da epoche antichissime, quando già le alluvioni creavano disastri e disagi. L'episodio del '51 ha segnato tuttavia una svolta fondamentale: fino a quel tragico giorno di novembre il territorio era a vocazione agricola e davvero povero, con un Pil pro capite tra i più bassi in Italia; era stato una terra di mezzo contesa tra potenti entro e oltre i confini. Poi è diventato l'emblema del coraggio, della voglia di riscatto, di farcela».
LA RIPARTENZA
«L'ampia diffusione di radio e quotidiani ha spiegato Sergio Frigo - ha dato risonanza tale alla notizia che nel giro di pochi giorni si è mossa una catena di solidarietà senza precedenti: il Polesine ha trovato così l'occasione e il sostegno per ripartire e per dare una svolta alla propria economia, con investimenti in ambito artigianale e industriale, ma è anche stato oggetto di attenzioni dal mondo dell'arte: letterati, giornalisti, pittori, registi hanno dato l'impressione di essersi improvvisamente accorti di questa sorta di Mesopotamia italiana. La tragedia, la più grave per il territorio dopo la Seconda Guerra Mondiale, è stata trasmessa nei cinegiornali e in tivù dall'Istituto Luce, oltre che ricordata da autori quali Gian Antonio Cibotto, Giovannino Guareschi, Francesco Permunian, Natalino Balasso».
«In questo settimo decennale dell'alluvione del 51 ha aggiunto Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo che ha promuove l'iniziativa il libro fa da voce narrante alle immagini e ai documenti nella mostra in questa sede. Vogliamo declinare la ricorrenza offrendo più spazio al ruolo della cultura nel processo di rinascita e ricostruzione».
A dare più forza al messaggio sono intervenuti due testimoni diretti della tragedia: Luciano Rovati e Antonio Finotti. Hanno raccontato vicende pratiche, familiari, dei primi giorni, quando c'erano solo notizie frammentarie di quale fosse realmente l'entità dei danni; hanno spiegato gli interventi che hanno coinvolto i loro paesi e il ruolo prezioso dell'allora Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Sofia Teresa Bisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino