IL DIBATTITO PADOVA Non solo il futuro dell'ex Caserma Prandina ma anche la visione

IL DIBATTITO PADOVA Non solo il futuro dell'ex Caserma Prandina ma anche la visione
IL DIBATTITOPADOVA Non solo il futuro dell'ex Caserma Prandina ma anche la visione globale della città e della nuova pediatria sono stati al centro dell'incontro organizzato del...

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IL DIBATTITO
PADOVA Non solo il futuro dell'ex Caserma Prandina ma anche la visione globale della città e della nuova pediatria sono stati al centro dell'incontro organizzato del Gruppo Amici della Prandina alla sala Cavalleggeri adiacente l'ex caserma.

«L'evento è il primo di una serie programmata dal Gruppo per far vivere la zona come luogo che è parte integrante della città e dell'assetto delle mura cinquecentesche - ha esordito Lia Toller a nome del Gruppo - piuttosto che come arida zona di servizio per le auto». Il futuro del grande spazio dovrebbe essere deciso entro fine anno, dopo il percorso di Agenda 21 che ha elaborato un ventaglio di proposte sull'utilizzo dell'ex Caserma. La Prandina, come è stato ribadito a più voci, è profondamente radicata nel tessuto sociale cittadino e vi troverebbe posto un Urban center al servizio di Padova. Uno spazio dove organizzare attività creative, eventi, trovare spazi per le associazioni e iniziative di diversa natura.
Una critica è arrivata anche al percorso di Agenda 21, definito un grottesco feticcio, perché non si è voluto far emergere una posizione prevalente nonostante fosse ben presente, ossia la creazione di un grande parco urbano che escludeva totalmente il parcheggio. Dall'amministrazione ancora non si vede, come è stato sottolineato, una chiara linea di indirizzo di una riconversione ecologica della città, si delinea invece la tendenza allo sviluppo speculativo, ad esempio i supermercati che spuntano come funghi, senza un serio freno al consumo di suolo.

A illustrare la visione del futuro gli architetti Luisa Calimani e Giovanna Osti che hanno puntato sulla nuova pediatria e sulla contrarietà del Gruppo alla sua creazione, e Sergio Lironi di Legambiente. Calimani, che ha ideato il manifesto della serata intitolato A piedi nudi nel cemento ha affermato come sia indispensabile un piano alternativo per il futuro di Padova salvaguardando i vuoti urbani, come la Prandina ma anche ad esempio il Pp1 situato in posizione strategica dove si potrebbe realizzare un bosco urbano decisamente preferibile ai 100mila metri cubi di cemento previsti. Calimani ha ricordato che il Veneto è la prima regione italiana per consumo di suolo e tra le 7 province Padova è la più cementificata. Lironi ha infine ribadito che momento essenziale nella costruzione della città è la partecipazione di tutti.
L.M.
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Il Gazzettino