IL DELITTO VENEZIA Una crisi profonda al termine della quale prima ha ucciso

IL DELITTO VENEZIA Una crisi profonda al termine della quale prima ha ucciso
IL DELITTOVENEZIA Una crisi profonda al termine della quale prima ha ucciso la moglie e poi ha affisso un cartello sulla porta con scritto «Non entrate, chiamare la polizia». ...

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IL DELITTO
VENEZIA Una crisi profonda al termine della quale prima ha ucciso la moglie e poi ha affisso un cartello sulla porta con scritto «Non entrate, chiamare la polizia».

Un pensionato ieri ha ammazzato la moglie a coltellate al termine dell'ennesimo momento di difficoltà legato al fatto che la donna era da tempo afflitta da demenza senile. Renato Berta, 85enne, ha colpito la moglie, Licia Zambon, 81 anni e poi ha ingerito una grande quantità di psicofarmaci. Il dramma si è scatenato in una palazzina popolare nel sestiere di Castello, non distante dalle storiche mura dell'Arsenale.
L'ALLARME
Ieri mattina, attorno le 10, la badante della coppia arriva al civico 400 b e nota il cartello. Con l'aiuto di un vicino entra nell'appartamento al secondo piano della palazzina, trovandosi di fronte a una scena agghiacciante. L'anziana è ancora nel suo letto, ferita al torace da almeno due coltellate. Il marito, invece, è privo di sensi, in stato comatoso. Viene avvertita la polizia, la segnalazione passa anche al Suem che nel giro di pochi minuti è già sul posto. L'uomo, che ha ingerito psicofarmaci, viene ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Nel pomeriggio la sua situazione di salute migliora: secondo i medici dovrebbe essere fuori pericolo, anche se trattandosi di un 85enne sarà necessario procedere con tutte le verifiche e tutele del caso per evitare complicazioni di sorta. La ricostruzione di Volanti e Squadra mobile sembra abbastanza chiara. Servirà l'autopsia per confermare le cause del decesso della donna, quanti fendenti le siano stati inferti e dove.
RICOSTRUZIONE
Da una prima ispezione cadaverica, però, la morte sembrerebbe risalire a una decina di ore prima. Intorno alla mezzanotte, quindi, l'uomo avrebbe accoltellato a morte la moglie nel suo letto, forse ancora nel sonno. Che cosa l'abbia spinto a tanto, al momento, si può solo ipotizzare. La demenza senile aveva logorato la moglie. Non è escluso che quella decisione potessero addirittura averla presa insieme, per mettere fine a un situazione pesante. L'alternativa è che l'uomo abbia deciso totalmente di sua iniziativa. Secondo i vicini da troppo tempo i due (che hanno tre figli) continuavano a litigare, le loro voci veniva sentite con molta chiarezza nelle altre abitazioni anche se tutti li ricordano con grande affetto. Intanto l'uomo è piantonato in ospedale dalla polizia ed è stato dichiarato in arresto, il giudice ha disposto per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari.
I VICINI
«Renato si vedeva spesso uscire di casa - racconto un anziano che vive proprio da quelle parti - prima di andare in pensione avevamo lavorato insieme nell'amministrazione comunale. Sapevo che sua moglie stava male, lo incrociavo mentre usciva a fare le spese e a prendere il giornale. Ho notato che la donna che li assisteva era davanti al cancello e le ho aperto, poi ho visto che, insieme ad un altro vicino, hanno subito chiamato il Suem e allora ho capito. L'ultima volta che ho visto sua moglie mi è sembrata come assente».

L'amministrazione comunale conosceva il caso, ma in queste circostanze di difficoltà non sempre gli anziani chiedono un intervento diretto dei volontari. Un tema delicato che è stato sottolineato in serata anche dal parroco di San Francesco, don Narciso Belfiore. Secondo il religioso, infatti, nella zona di Castello ci sono tanti anziani che vivono, praticamente da soli, in condizioni quotidiane precarie. Ma molti di loro fanno davvero fatica a chiedere un intervento di assistenza da parte dei volontari dell'amministrazione comunale.
Gianpaolo Bonzio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino