IL CORDOGLIO SILEA C'era stato un tentativo di conciliazione tra genero e suocero.

IL CORDOGLIO SILEA C'era stato un tentativo di conciliazione tra genero e suocero.
IL CORDOGLIOSILEA C'era stato un tentativo di conciliazione tra genero e suocero. Il Comune aveva cercato una mediazione tra rapporti di rancore già da tempo incancreniti. È...

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IL CORDOGLIO
SILEA C'era stato un tentativo di conciliazione tra genero e suocero. Il Comune aveva cercato una mediazione tra rapporti di rancore già da tempo incancreniti. È avvenuto circa cinque anni fa, tramite l'assistente sociale, in un colloquio a tre che però non ha dato gli esiti sperati. Ancora prima risulterebbe una chiamata alle forze dell'ordine da parte di Padovan, minacciato o forse aggredito dal genero Paolo Tamai. Cose che però si perdono nella notte dei tempi. Oggi Padovan rappresentava un caso come moltissimi altri a Silea. Un anziano solo, senza grandi reti sociali. «Te lo chiedi però - commenta in serata il sindaco Rossella Cendron - se il Comune avrebbe potuto intercettare meglio il disagio. Io è tutto il giorno che analizzo. E sinceramente non so cosa potessimo fare di più che portare pasti caldi all'anziano e mandargli ragazzi del servizio civile in supporto al pomeriggio. No, non potevamo fare nulla di più senza una specifica segnalazione. E quella segnalazione non è mai arrivata».

E' corsa subito alla casa colonica di via Nerbon. Si è stretta intorno alle figlie della vittima, ha cercato di confortare i famigliari. Rancori atavici, «liti per questioni strettamente personali - ribadisce - nulla di economico, era forse un problema di invadenza da parte di Padovan. Tanto è vero che la casa oggi è frazionata, nel tentativo di dare ad ognuno il proprio spazio vitale». Un uomo solo, Giovanni Padovan, ancora lucido a dispetto dei 91 anni, ancora con licenza di caccia valida. Anche ai ragazzi del servizio civile che gli tenevano compagnia con una partita a carte e qualche confidenza aveva confessato più volte quell'astio insopprimibile verso il genero Paolo. «Quello che era evidente era l'assenza di relazioni. Al punto che era il comune ad occuparsi di consegnare all'anziano, seguito da una nipote saltuariamente, i pasti. Ma è una cosa che facciamo con altri 600 soggetti. Nessuno aveva mai segnalato una situazione d'emergenza».
Inoltre, nell'ultimo periodo, era stato sospeso anche il servizio di compagnia pomeridiano. A riprova del fatto che le condizioni di Padovan stavano migliorando. Al netto di questo, per Rossella Cendron questa domenica rimane un giorno di lutto. «Un evento così devastante a Silea, in una domenica come tante. Ho nel cuore un'enorme tristezza, davvero non sappiamo quali rancori si chiudano dentro agli esseri umani e all'interno delle nostre case». Il pensiero del sindaco va prima di tutto alla moglie di Paolo Tamai. «Ha perso il marito per mano del padre ultranovantenne. Povera donna, e povere figlie».

Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino