IL CONTRACCOLPO PORDENONE Tre persone di nazionalità italiana e residenti

IL CONTRACCOLPO PORDENONE Tre persone di nazionalità italiana e residenti
IL CONTRACCOLPOPORDENONE Tre persone di nazionalità italiana e residenti nel Sanvitese sono barricate in casa. Negli ultimi sette giorni hanno fatto rientro dalla Cina, dove si...

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IL CONTRACCOLPO
PORDENONE Tre persone di nazionalità italiana e residenti nel Sanvitese sono barricate in casa. Negli ultimi sette giorni hanno fatto rientro dalla Cina, dove si erano recati per dei viaggi di lavoro. Sono cittadini in salute, che non manifestano al momento sintomi riconducibili al nuovo coronavirus, ma hanno fatto una scelta: la quarantena volontaria. Hanno anticipato il consiglio arrivato direttamente dal governo dopo i primi casi conclamati sul territorio italiano. Si trovano nelle loro abitazioni in regime di isolamento, seguendo cioè strette norme igieniche ed evitando il contatto con altre persone. A confermarlo, ieri, sono state fonti mediche accreditate. La misura precauzionale servirà a diminuire il rischio di venire a contatto con altre persone nel teorico periodo d'incubazione, anche se è bene ricordare la mancata presenza di qualsiasi sintomo riconducibile alla malattia.

IN CORSIA
A Pordenone e Udine non c'è stato l'assalto al Pronto soccorso. Gli accessi, durante tutta la giornata di ieri, sono stati nella norma. Ma qualcosa di diverso si è notato. Tutti i medici e gli operatori sanitari di turno nei reparti di emergenza della regione, quindi anche a Pordenone e a Udine, indossavano guanti e mascherine in ogni fase del loro lavoro. Non si è trattato di una precauzione presa dai singoli operatori sanitari, ma di una direttiva emanata ieri mattina dalle Aziende sanitarie in accordo con la Regione. In seguito all'innalzamento dell'allerta, infatti, non è stato solo consigliato di non accedere al Pronto soccorso se si manifestano sintomi riconducibili al coronavirus, ma anche a tutti gli operatori di indossare le adeguate protezioni per diminuire le possibilità di contagio.
Allerta massima anche nelle case di riposo della regione, dove per la presenza nelle strutture di persone anziane e già deboli è stato innalzato il livello di protezione. «Anche all'Umberto I e a Casa Serena (a Pordenone, ndr) - spiega il numero uno dell'Asp, Antonino Di Pietro - tutto il personale si è adeguato alle disposizioni ed è adeguatamente protetto».
I PROFESSIONISTI
C'è un altro fronte aperto. È quello che riguarda i professionisti esterni all'ospedale che possono venire a contatto con pazienti potenzialmente portatori del virus. Si tratta dei medici di base, costantemente vicini ai pazienti nei comuni della regione. E per loro è in arrivo una buona notizia: entro mercoledì, infatti, saranno dotati del kit di protezione, che comprenderà guanti, maschere, visiere e le tute bianche in grado di schermare tutto il corpo. Il corredo è già arrivato ai professionisti che operano nel centro di Pordenone, ma la misura sarà estesa anche agli altri professionisti del territorio. Stamattina, a nella sede centrale della Protezione civile del Fvg, i presidenti dei quattro ordini dei medici della regione saranno uniti in un vertice di emergenza.
L'ORDINE
Guido Lucchini, presidente dell'ordine dei medici di Pordenone, ha fatto il punto: «Il nostro compito è quello di proteggere i medici di tutto il territorio. Lasciamo agli esperti di epidemiologia la decisione sulle procedure. È però indispensabile che tutti i professionisti siano dotati del materiale di protezione, mentre al momento lo sono solo alcuni».
LO SPORT

Il Coronavirus incide anche sui calendari dello sport. Il Pordenone Under 17 di calcio non giocherà in trasferta contro l'Inter. Sempre nel mondo del pallone, niente viaggio a Este (Padova) per la Juniores del Chions. Rinviata anche la partita della Friultex Chions in B2 femminile di volley.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino