IL COMUNE TREVISO «Aule da mettere a disposizione al Riccati? Francamente

IL COMUNE TREVISO «Aule da mettere a disposizione al Riccati? Francamente
IL COMUNETREVISO «Aule da mettere a disposizione al Riccati? Francamente non vedo la luce». Silvia Nizzetto, assessore all'istruzione, ha poche speranze di riuscire a mettere a...

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IL COMUNE
TREVISO «Aule da mettere a disposizione al Riccati? Francamente non vedo la luce». Silvia Nizzetto, assessore all'istruzione, ha poche speranze di riuscire a mettere a posto le cose, nonostante stia cercando il Tetris perfetto. «Il problema riguarda anche l'artistico che mi ha chiesto 3 aule. Mettere a disposizione asili e scuole elementari? Non è così semplice. Intanto le dotazioni sono diverse. Poi ci vuole un ingresso indipendente. E queste strutture ne sono per lo più prive». Anche dal Comune arriva la doccia gelata per gli oltre 100 studenti che a soli venti giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico sono ancora senza classe perchè all'istituto tecnico economico Riccati mancano sette aule. La preside, Luisa Mattana, si è rivolta alla Provincia per individuare spazi aggiuntivi. Ma dal Sant'Artemio è arrivata una risposta netta: «Non è stata individuata una soluzione -spiega Antonio Zonta, ingegnere dirigente del settore Edilizia scolastica dell'ente- ora tocca alla scuola trovarla. Le regole del gioco sono da sempre note a tutti: i dirigenti possono accettare nuove iscrizioni solo nei limiti degli spazi a disposizione». Mattana aveva bussato anche alla porta del Comune di Treviso. Ma, anche qui, tocca mettersi in lista. Da anni il Comune cerca di tamponare anche le esigenze dell'artistico. Ma le aule di asili ed elementari non sono adatte agli adolescenti. «Certo, hanno avuto un esubero molto alto. Forse bisognava fermare il tetto. Detto questo, una soluzione va trovata».

Assessore, ma non avete a disposizione nell'immediato fuori mura l'ex Provveditorato?
«Non è del Comune quello stabile. Senza dubbio ha ampie possibilità, ma fa capo alla Provincia».
Però nei mesi scorsi c'era stato un sopralluogo per valutare la riapertura e accorpare il Cpia (Centro per l'istruzione degli adulti) Manzi.
«Sì, era stata una visita privata fatta da Comune e Provincia perchè avevamo ricevuto richiesta dalla dirigente di una sede unico. Oggi i diversi corsi del Manzi sono frazionati in molti istituti cittadini. Per fortuna poi sono riusciti a risolvere in proprio la questione aule, anche se avrebbero necessità di un luogo per la segreteria».
Quindi l'ex Provveditorato sarebbe al momento disponibile?
«Sì, ma non è pensabile un trasferimento nell'immediato. Lo stabile è in buone condizioni ma necessita di una manutenzione. I tempi sarebbero lunghi e poi c'è la questione investimenti, perchè non sono lavori a costo zero».
Ma in città non esiste un luogo che potrebbe essere disponibile pro-tempore?
«Avevo chiamato Stefano Marcon perchè al Giorgi, nella sede di via Medaglie d'oro, ci sono delle aule libere. Credo che quella sia la soluzione più appetibile. Lui mi spiegava però che avrebbe voluto tenerle come spazio cuscinetto perchè forse era riuscito ad intercettare un fondo per alcuni lavori strutturali e quindi aveva necessità di spostare gli studenti. Bisognerebbe riparlarne, perchè se sono libere forse si potrebbero considerare».
I Comuni contermini potrebbero avere stabili?
«É una cosa che va sondata. Potrebbe essere una soluzione, anche se laboriosa. Ma se la distanza chilometrica è contenuta forse potrebbe essere messa in atto».
Proverete a fare anche come amministrazione ulteriori verifiche?
«É chiaro che a questi ragazzi bisogna trovare un posto, quindi è mia intenzione convocare un tavolo la prossima settimana. Però difficilmente sette aule potranno venire fuori. Lo dico francamente».
Non ci sono palazzi chiusi che potrebbero magari nel tempo essere riconvertiti?

«Io credo che la priorità sia redistribuire. Ora siamo nel picco anagrafico per le superiori, tra pochi anni non sarà più così e le aule si svuoteranno. Quindi ritengo sia il caso di tamponare. In futuro non avremo più questi numeri».
Elena Filini
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Il Gazzettino