IL COMMENTO Abbiamo più volte notato che il Premio Venezia è il più

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IL COMMENTOAbbiamo più volte notato che il Premio Venezia è il più importante concorso pianistico nazionale italiano al quale accedono soltanto i diplomati dell'ultimo anno con...

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IL COMMENTO
Abbiamo più volte notato che il Premio Venezia è il più importante concorso pianistico nazionale italiano al quale accedono soltanto i diplomati dell'ultimo anno con il massimo dei voti. E un modo per coinvolgere i nostri conservatori in una ideale preselezione e per verificare l'impegno didattico e la maturità interpretativa dei concorrenti. Il Premio è un bell'esempio di mecenatismo, sorretto con convinta dedizione e passione dalla presidente Barbara Valmarana. Il livello esecutivo di quest'anno è molto alto, a conferma della profondità del nuovo pianismo italiano.

Il concerto più interessante è stato quello della Cinquina, con i cinque semifinalisti, anche per la qualità dei programmi. Singolare la Quinta Sonata di Scriabin nell'esecuzione di Claudio Berra (quinto premio) tra tardo romanticismo ed espressionismo. Il quarto classificato, Nicola Losito, predilige in Schumann una dizione appassionata, più vicina a Florestano che a Eusebio.
Appena diciassettenne Greta Maria Lobefaro (terzo premio) si impone per la grazia interpretativa con un percorso intimista da Rachmaninoff a Schubert a Ravel. Lo Schubert della Sonata in la maggiore 120 è sentito con toccante mobilità espressiva e nella sottigliezza del tempo rubato. Infine la Sonatina di Ravel, resa con perfetto stile neoclassico.
Eccezionali i due vincitori. Il 19enne Gabriele Strata (primo premio) spicca nella versione nitida e intellettuale, quasi bouleziana, di alcuni preludi di Debussy e nella lucida ricreazione di Liszt. Ha eseguito, nella finale, la Sesta Sonata di Prokofiev con ironia, sottigliezza e gusto per sonorità quasi astratte.
Il secondo premio, il pugliese Giorgio Trione Bartoli è meno geometrico e più tardo romantico. Legge con originalità, attraverso Liszt, Ravel rivelando nostalgie e influenze; presenta la lettura della Ottava Sonata di Prokofiev con un gigantismo molto caratterizzato. Come al solito il Premio si vale di commissioni variegate e autorevoli: due compositori, Mosca e Vacchi, due pianisti, Libetta e Damerini, un organizzatore, Tangucci e una critica musicale, presidente della commissione, Carla Moreni. Un voto è riservato alla giuria popolare che ha agito con la giuria tecnica.

Mario Messinis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino