Il Cile di Moretti per Torino Film Festival

Il Cile di Moretti per Torino Film Festival
Si torna a Torino, come sempre cercando percorsi attrattivi, e specchi di cinema. Nanni Moretti (nella foto) e Claire Denis, forse volendo appuntarsi le opere di interesse più...

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Si torna a Torino, come sempre cercando percorsi attrattivi, e specchi di cinema. Nanni Moretti (nella foto) e Claire Denis, forse volendo appuntarsi le opere di interesse più attese: il primo arriva con un documentario Santiago, Italia che ripercorre una delle pagine tragiche dell'umanità, l'avvento dittatoriale di Pinochet, visto dall'Ambasciata italiana della capitale cilena; la seconda è una delle più anticonformiste e intelligenti registe francesi che ci porta nello spazio, dentro una prigione, perché High life è il suo primo film di fantascienza.

Come sempre Torino, il cui festival avvia il 23 novembre la sua 36esima tappa, è ormai un insieme disgregante di percorsi, di richiami e sollecitazioni: Powell&Pressburger, irresistibile coppia di registi di film, da Scarpette rosse a Narciso nero, da Duello a Berlino a Scala al paradiso; e Jean Eustache, famoso per La maman et la putain, premiato non senza polemiche a Cannes, e per il suicidio compiuto dal regista nel 1981 a 43 anni. Ancora dal passato ecco una bella Unforgettables dedicata alla musica da Bird di Eastwood a The Glenn Miller story di Anthony Mann e Bix di Pupi Avati; e ancora una parentesi dedicata a Ermanno Olmi, il restauro di Trevico-Torino di Scola e gli horror dello spagnolo Amando de Ossorio. Ecco dunque rimbalzare l'ultimo Jia Zang-ke, tra il melò e il noir; il biopic su un cantautore country di Ethan Hawke; Keira Knightley che indossa i panni di Colette, figura femminile rivoluzionaria del 900; il Dovlatov di Aleksey German jr. che ci porta nella Leningrado anni '70; il ritorno di Stanley Kwan, regista di punta hongkonghese; il '68 di Giovanna Ventura visto attraverso i festival di Venezia e Cannes; Elisabetta Sgarbi e Tonino De Bernardi; l'ennesimo James Franco; il tifo juventino di Daniele Segre; il Nurejev di Ralph Fiennes; il Nicolas Cage splatter di Mandy; la morbosità di Pascal Laugier; il consueto inferno filippino di Brillante Mendoza. E infine il Concorso che avrà le sue sorprese (per l'Italia c'è l'esordio di Valerio Mastandrea con Ride) Premio alla carriera al grande attore Jean-Pierre Léaud, apertura con The front runner di Jason Reitman, con Hugh Jackman come Gary hart, candidato dem alla Casa Bianca; si chiude (l'1 dicembre) con Nanni Moretti.

Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino